ROMA – Vittorio Cecchi Gori rischia una condanna a sette anni di carcere per il dissesto della Safin Cinematografica, la società del gruppo fallita nel febbraio del 2008. Almeno questa è la condanna richiesta dal pm ai giudici del tribunale di Roma che sta giudicando il produttore cinematografico. Insieme a Cecchi Gori sono imputate altre sei persone per un crac da 24 milioni di euro.
Il pm ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione per Luigi Barone (collaboratore di Cecchi Gori), Edoardo De Emme ed Ettore Parlato, liquidatori della società in epoche diverse, e Giorgio Ghini, ex presidente del collegio sindacale della Safin. Chiesti tre anni e mezzo per Vittorio Micocci e Alessandro Mattioli, ex componenti del collegio sindacale della Safin.
I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, sono quelle di bancarotta per distrazione o dissipazione e omesso controllo sulla gestione della società. Per l’accusa il dissesto sarebbe avvenuto attraverso lo spostamento dei beni, specie quote azionarie di alcune multisale di Roma, dalla Safin ad altre società del gruppo Cecchi Gori.
La sentenza è prevista per venerdì prossimo.