YOUTUBE The Place: video recensione del nuovo film di Paolo Genovese

di Giuseppe Avico
Pubblicato il 17 Novembre 2017 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA
the-place-recensione

YOUTUBE The Place: video recensione del nuovo film di Paolo Genovese

ROMA – Oggi parliamo di un film piuttosto atteso, uscito nelle sale il 9 novembre di quest’anno. Si tratta di The Place, film corale scritto e diretto dal regista romano Paolo Genovese. Il film vede la partecipazione di un cast variegato capitanato da Valerio Mastandrea. Si tratta di un adattamento cinematografico della serie americana The Booth at the End del 2010.

La storia ruota attorno ad un uomo seduto costantemente al tavolino di un ristorante con la propria agenda e la penna tra le dita. Ad ogni ora del giorno e della notte, lui è lì, ma spesso a quel tavolino non è solo. Infatti, a fargli visita fanno capolino diversi individui, uomini e donne, anziani e giovani, tutti per una sola ragione: ottenere ciò che vogliono. Lui sembra quasi per magia poterli accontentare, ma in cambio, in cambio dei più piccoli o dei più grandi desideri, l’uomo propone dei patti, degli accordi, ossia dei ricatti. Loro potranno ottenere quanto richiesto, ma tutto ha un prezzo, e quel prezzo porta a delle conseguenze.

The Place è un film che nasce dall’ambizione spavalda del suo regista, ma che si spegne presto nel tono sommesso di un mezzo fallimento. L’andatura filmica, più simile ad una mini fiction di basa lega che ad un prodotto cinematografico, si imbeve di apatia e indifferenza che penetrano nello spettatore come un colpo di sonno a metà giornata. La retorica di base della pellicola, pedissequa a quella della serie americana, non coinvolge il pubblico quanto dovrebbe, o almeno quanto ci si sarebbe aspettati. Si ha invece la disgraziata percezione dell’artificio, del rarefatto, della ricerca della ricercatezza. Luci fioche, fredde, brevi chiarori notturni si diramano attorno al The Place, e freddo è il risultato finale.

Il film non gira come dovrebbe, e il cast ne assorbe i malefici di contorno. Un Valerio Mastandrea spento, ripetitivo, opaco come la fotografia del film. Un cast di buon livello, vedi Marco Giallini e Alessandro Borghi, abbandonato alla reiterazione caricaturale dei volti, in serie, uno dopo l’altro, situazione dopo situazione, sempre nella medesima modalità d’esecuzione, all’Avanti un Altro. Lo spirito quasi teatrale del contesto, in un’ambientazione costante, poteva far spiccare in alto l’interesse, ma finisce in buona sostanza per essere proprio uno dei punti deboli, come gli intermezzi musicali, simili al colpo gobbo del batterista dopo la battuta del comico, ma qui assolutamente fuori luogo, e non si ride nemmeno.

Poche, pochissime sono le lodi che questo film porta con sé. Probabilmente l’ambientazione, adatta, conforme alla narrazione, a tratti evocativa. E se vogliamo permetterci il lusso della condiscendenza, anche alcuni personaggi rimangono ben fatti, seppur abbozzati, schematici. The Place sembra voler restare imbarcato sul mare dell’evanescenza, sull’immaterialità del contesto, e questo è lusso che pochi film possono permettersi e questo film non ha la forza visiva quanto narrativa per non affondare. In ultima analisi, il lavoro di Genovese si mostra immaturo, con moltissimi difetti e privo di una sua ben precisa collocazione. Rimane l’ambizione, il coraggio, la sfrontatezza di un interprete dalle buone qualità, ma per un progetto del genere tutto questo non basta. Voto: 4. CLICCA QUI PER ALTRE VIDEO RECENSIONI.