ROMA – L’aereo russo Metrojet che si è schiantato sabato 31 ottobre nel nord del Sinai si è spaccato mentre era in volo: lo scrive la Cnn online, citando fonti dell’aviazione civile russa ripresa dai media locali.
Ai giornalisti russi, Viktor Sorochenko, direttore esecutivo della commissione interstatale dell’aviazione russa, ha detto: “La disintegrazione della fusoliera si è verificata in volo, e i frammenti sono distribuiti su un’area piuttosto ampia, circa 20 chilometri quadrati”. Tutte le 224 persone a bordo dell’Airbus A321-200 del volo 9268 di Kogalymavia, che collegava Sharm el Sheikh a San Pietroburgo, sono morte. Tra le vittime, tutti turisti che rientravano da Sharm el Sheik, anche 17 bambini.
Nonostante l’Isis abbia rivendicato l’attentato (l’incidente è avvenuto in una zona di scontri tra miliziani e esercito egiziano) sia i russi sia gli egiziani escludono la pista terroristica e parlano di un guasto. A confermare tutto questo arrivano le parole della figlia di uno dei due piloti morti nell’impatto. La donna ha raccontato che suo padre si lamentava delle pessime condizioni in cui versava l’aereo che avrebbe dovuto pilotare.
Atroci le scene che si sono trovati di fronte i soccorritori. Uno di loro, che ha chiesto di restare anonimo, ha raccontato di numerosi corpi ritrovati senza gli altri. Tremendo anche un particolare: quello del corpo di una bambina ritrovata a circa 3 km dal punto dove l’aereo si è schiantato.
Intanto, però, alcune compagnie aeree hanno annunciato e deciso di cambiare le rotte nell’area per evitare quella che, attentato o guasto che sia, resta comunque una zona critica per i voli civili.