LONDRA – Alain Turing si tolse la vita in carcere dopo essere stato sottoposto alla castrazione chimica. Turing, mentre brillante che ha decifrato il codice nazista Enigma e permesso la vittoria della Seconda Guerra mondiale da parte degli Alleati, fu condannato perché gay. Solo 60 anni dopo la sua figura fu riabilitata e gli fu concessa la grazia. Destino analogo a quello di Turing fu quello di Oscar Wilde, condannato a 2 anni di carcere per il reato di sodomia.
Ora che la storia di Turing è arrivata nei cinema con The Imitation Game, l’attore Benedict Cumberbatch, il regista del film Morten Tyldum, la nipote di Turing Rachel Barnes e altre star hanno lanciato un appello perché i 49mila condannati per reato di omosessualità, in vigore in Gran Bretagna fino al 1964, siano graziati. E se Turing non ha mai potuto scoprire la sua assoluzione, sono ancora 15mila le persone condannate prima del 1964 che potrebbero avere la grazia e vedere riabilitato il proprio nome.
Enrico Franceschini su Repubblica riporta le parole scritte nell’appello indirizzato alla Regina Elisabetta e al duca e alla duchessa di Cambridge William e Kate, una lettera pubblicata dal Guardian:
“Le leggi britanniche sull’omofobia hanno reso intollerabili le esistenze di generazioni di uomini gay e bisessuali. Tocca ai giovani leader odierni, inclusi il duca e la duchessa di Cambridge, riconoscere questo marchio infame della nostra storia e agire affinché venga cancellato. Chiediamo al governo di Sua Maestà di iniziare una discussione sulla possibilità di perdonare tutti coloro, vivi o scomparsi, che come Alan Turing furono condannati per omosessualità”.
D’altronde Turing, condannato nel 1952 alla castrazione chimica e morto suicida nel 1954, è stato un eroe nazionale, tanto che Winston Churchill disse di lui che è stato
“il singolo maggiore contributo alla vittoria degli Alleati nella Seconda guerra mondiale”.
Nella lettera si legge:
“Lo scienziato fu uno dei grandi eroi del ventesimo secolo, un uomo il cui lavoro sulle macchine che decifrarono Enigma, ci aiutò a vincere il secondo conflitto mondiale e che svolse un ruolo cruciale nello sviluppo dei moderni computer”.
La lettera delle star ha già raggiunto 40mila firme, mentre una petizione analoga lanciata online sul sito Change.org ne ha raccolte altre 60mila in poco tempo. Lettere e appelli che hanno un unico obiettivo: riscattare il nome degli alri 49mila che come Turing sono stati condannati per “indecenza”, omosessualità e sodomia:
“Le scuse e il perdono ad Alan Turing vanno benvenuti, ma ignorano gli altri 49 mila uomini condannati in base alla stessa legge, molti dei quali si sono suicidati come conseguenza delle accuse ricevute. È possibile che 15 mila di loro siano ancora in vita”.
Un perdono per tutti, un perdono per accuse e condanne che oggi non sono accettabili in uno stato civile in cui dichiarare l’omosessualità un reato è vissuta come immane barbarie. La Barnes, nipote di Turing, porta avanti l’appello e sottolinea:
“È ingiusto che soltanto Alan abbia ricevuto un perdono. Vorremmo che venisse finalmente resa giustizia a tutti”.