ROMA – Per l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) l’aumento di aggressioni a sfondo razziale in Italia è preoccupante, a dispetto di quanto sostiene il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Tanto che il nostro Paese è uno di quelli in cui si registrano più attacchi verso gli stranieri.
Ma non c’è solo l’Italia tra i Paesi in cui i migranti vengono attaccati. Un dato che non consola, ma che è indice di un sentimento più diffuso di quanto si pensi. La Germania della cancelliera Angela Merkel e del suo discusso ministro dell’Interno Horst Seehofer, in particolare, vede un clima molto teso che ha portato ad aggressioni a sfondo razziale. Qui, nella cittadina di Heilbronn, nel febbraio 2018 un pensionato ha attaccato a colpi di coltello tre migranti per manifestare la sua “rabbia contro le politiche di accoglienza di Merkel”.
Un rapporto pubblicato pochi giorni fa dalla Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) citato dal Sole 24 Ore ha rilevato che “non ci sono progressi nel contrasto al razzismo in Europa“, diffuso in forme che vanno “dalla discriminazione quotidiana alla violenza a tutti gli effetti”. E i numeri rischiano di non rispecchiare la realtà, dal momento che “pochi Paesi registrano i crimini d’odio”.
Per quanto riguarda i dati disponibili relativi agli anni 2016-2017, anni di picco nelle migrazioni che hanno coinvolto l’Europa. le aggressioni fisiche agli stranieri si sono moltiplicate. In Germania ce ne sono state 3.500 nel 2016, con 560 persone ferite (tra cui 43 bambini), a cui si aggiungono 243 attacchi a edifici che ospitano migranti nei primi nove mesi del 2017. In Austria ci sono state 50 attacchi a centri per i rifugiati nel 2016.
Mancano numeri complessivi, ma si sono registrati episodi di aggressioni fisiche, lanci di bottiglie molotov o scritte con svastiche e affini in quasi tutti i Paesi dell’Ue, Regno Unito compreso.
Secondo un sondaggio sulle discriminazioni condotto fra le minoranze etniche e i migranti, tre di loro su cento hanno subito almeno un attacco fisico per motivi razziali, ma sette aggressioni su dieci non vengono denunciate per paura.
E la questione sembra legata alla “retorica razzista e xenofoba adottata da diversi leader europei”, sottolinea il rapporto Ue Fra citato dal Sole 24 Ore. Partiti come l’italiana Lega, il tedesco Alternative für Deutschland, il francese Rassemblement National (nuovo nome del Front National di Marine Le Pen), l’ungherese Fidesz (il partito del governo di Viktor Orban), il polacco Diritto e giustizia e l’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs continuano a guadagnare consensi: secondo l’agenzia Bloomber, i partiti della destra populista hanno guadagnato una media del 16% dei consensi nel 2017, contro il 5% di dieci anni prima.
Un clima di intolleranza sempre più diffusa che non rispecchia il fenomeno migratorio: le richieste di asilo sono calate del 44% fra il 2016 e il 2017. In Italia gli sbarchi sono diminuiti dell’80% in un anno. Ma i dati sono una cosa, la percezione è un’altra, e anche se gli esperti la definiscono “distorta” è quella che ha un impatto sulla realtà.
Secondo Fabio Quassoli, professore di sociologia dei processi culturali all’Università Bicocca di Milano, “ora molti accusano i social, ma in Italia si è sempre mantenuto un atteggiamento di stigmatizzazione verso i migranti. Poi è presto per capire se con questo governo ci sia anche un aumento degli episodi di violenza. Ma sembrerebbe di sì”.