PARIGI – I quattro attentatori del Bataclan non hanno sparato ininterrottamente per tre ore sui 1500 giovani che venerdì sera erano nella sala concerti. No, hanno sparato e poi hanno parlato a quelli rimasti immobili in sala. Hanno spiegato le loro “ragioni”, se di ragione si può parlare, hanno coinvolto alcuni di loro per mediare con la polizia nel frattempo accorsa fuori dal locale. Se vi siete chiesti cosa è successo tra le 21,45 e 00,25, ossia dal primo sparo all’irruzione delle teste di cuoio, ecco la testimonianza di uno degli ostaggi del Bataclan.
“All’inizio ci hanno fatto la predica. Ci hanno spiegato che erano lì per le bombe sganciate in Siria e per dimostrare a noi occidentali gli effetti degli aerei laggiù”. Sébastien è sopravvissuto al massacro, prima nascondendosi, poi – racconta ai microfoni di Rtl – una volta trovato dai terroristi, parlando con loro per un’ora, con un kalashnikov puntato verso di lui. “Potevano uccidermi subito. Ma quando hanno cominciato a parlarmi, ho capito che forse ero destinato a vivere“.
“Ci hanno chiesto se capivamo le loro ragioni, vi lascio immaginare il silenzio che è calato in quel momento” tra gli ostaggi, prosegue Sébastien, aggiungendo che i terroristi chiedevano loro di fare da intermediari con la polizia dalla finestra. “Ci chiedevano di urlare agli agenti di non avvicinarsi, altrimenti si facevano esplodere”. E’ l’unica richiesta che gli assalitori hanno avanzato: “Abbiamo pensato che forse volevano salvarsi la vita, ma ci sembrava improbabile dopo la carneficina che avevano fatto in sala. E poi volevano dei giornalisti“. “In ogni momento una parola sbagliata può provocare la tua morte”, ricorda ancora Sébastien che oggi si ritiene “nato una seconda volta”.
Può sembrare incredibile che tra assassini e ostaggi ci possa essere stata una forma di comunicazione, di “spiegazione” dei primi ai secondi. Eppure è quello che è successo. Ricapitolando: alle 21,45 sappiamo che sono partiti i primi colpi. La band stava suonando, le persone in sala erano circa 1500. Sappiamo dai racconti che i tre hanno sparato per 10 minuti buoni, soprattutto a gente a terra, uno alla volta. Nel panico e nel fuggi fuggi è ipotizzabile che buona parte dei presenti sia riuscita a scappare o a nascondersi. Le successive due ore sono quindi passate con gli attentatori che hanno per un bel po’ di tempo messo da parte i fucili per cercare di gestire gli ostaggi superstiti e fronteggiare l’arrivo della polizia. L’irruzione delle teste di cuoio è a mezzanotte e 25 minuti. A quel punto 3 di loro di sono fatti saltare in aria, uno è morto ucciso dai poliziotti.
Un’altra testimonianza, stavolta di una donna italiana, Laura Apolloni al Gr1: “Durante il concerto si sono sentiti gli spari. Erano due persone con le mitragliette, hanno sparato per 10 minuti ininterrottamente, avranno sparato 5000 proiettili e io ne ho preso uno. Anche se si stava bassi, raso terra, hanno sparato così tanto…”, ricorda con voce flebile al telefono dall’ospedale. “Io per fortuna stavo sotto il palco e sono fuggita passando dietro le quinte, sfondando le uscite di sicurezza e passando sui tetti. Io e un’altra cinquantina di persone, quindi non abbiamo vissuto l’incubo di dentro”, aggiunge. “Siamo rimasti due ore in silenzio, poi le forze di sicurezza ci hanno tirati giù dal tetto”.
Un altro testimone ha raccontato che “c’erano un sacco di urla, panico, tutti si sono buttati per terra. Dopo, con fare metodico, sparavano in giro scegliendo a caso, ho visto sparare alle persone a terra”, ha detto, descrivendo i primi momenti dell’attacco dei terroristi. “C’erano esplosioni ovunque, noi abbiamo provato a scappare, poi ci siamo trovati di fronte a un ragazzo, ma lui non ha sparato e così siamo riusciti a fuggire”.
Le Figaro riporta la testimonianza di due 43enni, Benjamin et Célia, che hanno raccontato che le prime vittime degli attentatori sono state le persone che hanno tentato di estrarre dalle tasche i cellulari. “Attentatori avevano meno di 25 anni”. Erano tutti molto giovani, “avevano meno di 25 anni” i terroristi entrati in azione nel teatro, hanno detto altri testimoni sopravvissuti alla strage. “Abbiamo sentito gli spari, ci siamo girati e abbiamo visto questi due ragazzi, che hanno intimato di gettarci a terra“.
Fiori in ricordo delle vittime (foto LaPresse):