Attentato Berlino, Giuseppe La Grassa: “Io, vivo per un metro, tra i corpi sotto il camion”

Attentato Berlino, Giuseppe La Grassa: "Io, vivo per un metro, tra i corpi sotto il camion"
Attentato Berlino, Giuseppe La Grassa: “Io, vivo per un metro, tra i corpi sotto il camion”

ROMA – Durante l’attacco terroristico di lunedì sera a Berlino, c’erano anche altri due italiani oltre che la sfortunata Fabrizia Di Lorenzo. Sono sopravvissuti ma il trauma è devastante. La trentacinquenne Elisabetta Ragno, di Milazzo (Messina) e il marito Giuseppe La Grassa, 34 anni.

“Quel secondo in più per raggiungere i tavolini mi ha salvato la vita, il camion era già affianco a me, le persone volavano come birilli o rimanevano schiacciate sotto le ruote del camion”, si legge su Repubblica, “solo il tempo di comprare del pane tipico su una bancarella rialzata”.

“Con la coda dell’occhio ho visto quell’enorme camion piombarmi addosso e non sono riuscito a spostarmi. Poi ho sentito un colpo fortissimo alla spalla sinistra, un altro alla testa e mi sono ritrovato a terra. Sentivo il sangue scendermi sul viso, avevo il giubbotto e i pantaloni pieni di sangue, sentivo dolore dappertutto”.

Un attimo dopo e il terrore di una esplosione: “Avevo paura che il camion potesse esplodere in pochi secondi, che ci fosse una bomba, che l’inferno fosse solo all’inizio. E con mia moglie abbiamo cominciato a correre il più lontano possibile. Faccio fatica a raccontarlo, ma credo di aver calpestato anche persone che erano a terra. In quel momento l’unica cosa che contava davvero era allontanarmi da quell’inferno, entrambi pensavamo soltanto a salvarci la vita”.

 

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