Austria: segregata per otto anni, Natascha Kampusch chiede allo Stato un miliardo di risarcimento

Natascha Kampusch

VIENNA – Natascha Kampusch, la ragazza austriaca rapita da un maniaco quando era bambina e tenuta segregata per oltre otto anni, chiede ora allo Stato un milione di euro di risarcimenti per non esser stata liberata a causa di errori nelle indagini.

La richiesta, secondo quanto riferisce la stampa popolare oggi, è stata inoltrata dal suo avvocato, Gerald Ganzger, la settimana scorsa alla procura finanziaria.

La Kampusch fu sequestrata nel 1998, e già poco dopo circolò il nome, risultato poi vero, di Wolfgang Priklopil come possibile sequestratore. La polizia era anche risalita al suo furgone e lo aveva ispezionato senza però riuscire a trovare e liberare la giovane.

Se avesse lavorato in modo più intenso e accurato, la vittima non avrebbe dovuto vivere l’orrore di otto anni in prigionia di Priklopil, argomenta l’avvocato Ganzger.

La giovane, che ora ha 23 anni, fu rapita da Priklopil quando aveva dieci e si stava dirigendo a piedi a scuola. L’uomo l’ha tenuta prigioniera per otto anni nel sotterraneo della sua casa alla periferia di Vienna.

Ad agosto 2006 Natascha, oramai diciottenne, approfittando di un momento di distrazione, riuscì, con le sue sole forze, a fuggire. Poco dopo la sua fuga, Priklopil si suicidò lo stesso giorno, gettandosi sotto un treno.

In tutto Natascha è stata tenuta prigioniera per 3.096 giorni e per ogni giorno ora chiede 323 euro di risarcimento. Ma non è detto che la spunterà: a decidere se la polizia abbia delle colpe o meno sarà la procura finanziaria.

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