“Siamo circondati”: la battaglia di Trafalgar raccontata dal marinaio Hope

"La valorosa Temeraire", il dipinto di William Turner dedicato al vascello in cui Hope combatté a Trafalgar

21 ottobre 1805: al largo di Trafalgar, sulla costa sud-occidentale della Spagna, infuria la battaglia navale tra la flotta franco-spagnola di Napoleone e quella inglese dell’ammiraglio Horace Nelson.

Con la sua Victory, il capitano britannico ingaggia un duello con la Redoutable di Pierre Charles Silvestre de Villeneuve. Il fumo è alto. I cannoni sparano. Nell’aria volano travi di legno capaci di uccidere un uomo.

Il marinaio ordinario Robert Hope si trova nel mezzo della mischia. Ventotto anni, esperto di vele, armato di una pistola, è uno dei diciassettemila uomini al servizio di Sua Maestà britannica contro l’invasore corso, Napoleone. Non dimenticherà mai quei momenti. E li descriverà nei dettagli in una lettera al fratello John una volta approdato a Porthsmouth.

Dopo lunghe trattative quella lettera, scrive il Guardian, è stata vendutra dalla famiglia Hope al National Maritime Museum di Greenwich, che ieri, 20 ottobre, l’ha resa pubblica. E’ una delle poche, pochissime testimonianze dello scontro che non passano attraverso la censura degli alti ufficiali.

“Cosa pensi di noi ragazzi del mare, adesso – scrive Robert al fratello. Credo che non manderanno tanto presto altre flotte contro di noi”.

“Siamo stati circondati da cinque navi nemiche, ci attaccavano da ogni lato – ricorda il marinaio. Ne abbiamo colpite tre. Due sembravano averene avute abbastanza, una terza  non siamo riusciti ad abbatterla perché òle altre due hanno cominciato a spararci addosso” .

Il fumo è alto e denso, l’aria riscaldata dalle fiammate dei cannoni. Il mare, rosso di sangue, pieno di cadaveri di nemici e alleati.

Al largo di Cadice, Robert è a bordo della Temeraire. Davanti a lui, la flotta di Napoleone ha sei navi, 9mila uomini e 300 cannoni in più. Ma i numeri non contano. Perché a valere in quella battaglia, ricordata poi nei dipinti di William Turner, sono l’esperienza e la qualità dei marinai e degli ufficiali inglesi.

Sovvertendo ogni regola e consuetudine, l’armata di Nelson attacca i nemici perpendicolarmente. In questo modo riesce a catturare diciotto navi. Una viene affondata. La flotta inglese resta invece intatta.

La proprorzione tra i morti nei due schieramnenti è impari: 5000 caduti tra i napoleonici, meno di un decimo tra i britannici. Tra quei 459 inglesi c’è però Nelson. Colpito da un cecchino della Redoutable, riesce a sopravvivere fino alla certezza della vittoria. Morirà nel pomeriggio, ma il vessillo della sua nave non verrà ammainato, per non demoralizzare l’equipaggio.

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