Batterio killer, se il cetriolo è innocente chi è il colpevole?

ROMA – Dopo giorni di allarme sul batterio killer la domanda del giorno è: e se il cetriolo fosse innocente? Il dubbio rimbalza direttamente dalla Germania. Le autorità sanitarie, infatti, non sono ancora riuscite a determinare con esattezza la ”fonte della contaminazione” del batterio E.Coli ma – secondo i risultati dei primi test eseguiti ad Amburgo – i patogeni individuati sui alcuni dei cetrioli incriminati non corrispondono a quelli rilevati nelle feci di alcuni pazienti (appartenenti al sierogruppo E. Coli Vtec O104). E il dubbio tedesco è stato subito salutato con entusiasmo dalla Spagna, da giorni additata come focolaio dell’epidemia visto che da qui sono partiti i cetrioli “incriminati”.

Martedì mattina il ministro della Salute spagnolo, Rosa Aguilar, si è persino presentato in tv sgranocchiando un cetriolo per dimostrare che la verdura non è da condannare in toto; “La Germania ha accusato la Spagna di essere responsabile della E coli, e lo ha fatto senza prove causando così un danno irreparabile al settore agricolo in questione”. E la questione non è da poco visto che in Spagna sono all’ordine del giorno le cancellazioni di ordinativi, in un paese poi dove il 21% della popolazione è disoccupato a causa della crisi.

In attesa dei risultati definitivi, anche il ministro della Sanità di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks – come ha fatto la Commissione Ue – ha detto che ”la fonte (dell’infezione) non è stata ancora identificata”. Ma il tempo stringe. In Germania il numero delle vittime (confermate e presunte) è già salito a 15 (di cui 6 confermate), mentre una donna di circa 50 anni è morta in un ospedale del sudovest della Svezia (a Goteborg) dopo essere stata contaminata probabilmente durante un soggiorno in Germania. Intanto, è emerso il primo possibile caso in Spagna, dove un uomo di 40 anni da poco rientrato da un viaggio in Germania è stato ricoverato a San Sebastian, vicino alla frontiera con la Francia. Alla lista dei nuovi paesi colpiti, si è aggiunta anche la Repubblica Ceca, dove una turista americana che era stata di recente anche in Germania è stata ricoverata a causa di una di diarrea sanguinosa, uno dei sintomi di questa malattia.

In questo caso, i test hanno confermato l’infezione. Per il momento, l’epidemia non ha colpito l’Italia, ma secondo il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ”non si può escludere che la variante dell’Escherichia Coli, ora diffusa in Germania, possa arrivare” nel nostro paese. Tuttavia, ha aggiunto, ”si può escludere la trasmissione dell’infezione adottando e mantenendo regole di igiene, come quella di lavare accuratamente le mani, la frutta e la verdura”.

La “catena” del batterio ha origine nei ruminanti, che però non si ammalano. I bovini trasmettono il batterio a latte o carne e, se portatori del ceppo patogeno, possono contaminate l’ambiente circostante, quindi acqua e prati. E da qui il batterio può arrivare ai vegetali e quindi agli ormai celebri cetrioli. L’igiene è quindi l’unica arma di difesa, perché non esistono cure specifiche. Evitare quindi il latte non pastorizzato, la carne poco cotta (occhio agli hamburger). La verdura? Basta lavarla accuratamente.

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