Batterio killer. Fagioli o soia? La Babele dei giornali

ROMA – All’una e mezza del 10 di giugno il Corriere della Sera dice che è la soia, alla stessa ora Repubblica dice che sono i fagioli: la notizia è che nessuno sa. Forse sono imprecisi sono i laboratori tedeschi, forse sono difetti di traduzione o frettolosità degli organi di informazione.

La realtà resta che nessuno sa bene da dove venga il batterio killer Escherichia Coli. Prima è stato il cetriolo, poi allarme soia e  barbabietola, adesso sembra, ma non è ben chiaro che la fonte dell’epidemia di E. Coli è “molto probabilmente” nei germogli: di fagioli o di soia?

Secondo il direttore dell’Istituto Robert Koch, Reinhardt Burger i consumatori che “hanno mangiato germogli hanno una probabilità nove volte più alta di soffrire di diarrea emorragica rispetto a coloro che non li hanno mangiati” e l’epidemia “non è finita”.

Le indagini dal 5 giugno si erano concentrate su ”germogli di erba medica, lenticchie, fagioli e fieno greco” anche se bisognerà attendere le analisi di laboratorio in corso per vedere se l’ipotesi sarà confermata, avevano fatto sapere dalla Germania. Se contagi si sono registrati in “13 Paesi europei”, riconducibili a precedenti viaggi nell’area focolaio dell’epidemia, per l’Italia, ha chiarito Fazio anche davanti al Consiglio dei ministri, non c’è “nessun allarme”.

E in ogni caso, se anche ci dovessero essere casi di infezione di cittadini provenienti dalla Germania, “questo non sarebbe un problema”. Perché “tutte le strutture sanitarie sono allertate”, compreso il laboratorio dell’Iss. A maggior ragione, quindi, vanno evitati ”allarmi infondati che possono non solo generare inutile preoccupazione nei cittadini ma anche conseguenze per i nostri prodotti agricoli e alimentari”.

Rassicurazioni sono venute dal ministro dell’agricoltura Saverio Romano che ha riferito al Consiglio dei ministri: “la frutta e gli ortaggi italiani sono tutelati da un sistema di controlli che li rendono sicuri”.

Gestione cookie