GENOVA – Il governo ha inviato una lettera alla Corte europea per i diritti dell’uomo, proponendo una ‘conciliazione amichevole’ sotto forma di risarcimento per danni morali alle vittime di Bolzaneto, che hanno fatto ricorso alla Corte stessa per le violenze commesse all’interno della caserma di polizia durante il G8 del 2001. Una proposta per chiudere il primo dei due ricorsi a nome di 31 persone per la mancata punizione dei responsabili delle violenze. Il governo propone una cifra di 45.000 euro per evitare una seconda condanna da Strasburgo dopo quella per la scuola Diaz arrivata nell’aprile del 2015.
La proposta di conciliazione rivolta dal governo italiano ad un gruppo di vittime dei pestaggi e delle torture avvenute all’interno della caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova, è stata però respinta al mittente e giudicata “inaccettabile”: “Rispetto ai fatti del G8 di Genova, le istituzioni e in particolare i governi italiani, indipendentemente dal colore politico, sono da 15 anni in fuga dalla realtà dei fatti. Noi andremo avanti fino in fondo”. A parlare è l’avvocato Riccardo Passeggi, difensore, insieme a Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale, e Barbara Randazzo, docente di diritto delle Corti europee alla Statale di Milano, di Moritz Von Hungher e Anna Julia Kutschkau, tra le vittime dei torturatori di Bolzaneto.
“I miei clienti – ha aggiunto il legale – respingono formalmente questa offerta. Innanzitutto perché nessuno ha mai chiesto loro scusa. E poi anche perché, dopo aver presentato un ricorso per la messa in mora del governo per la mancata introduzione del reato di tortura nel codice penale, questo reato non e’ stato ancora introdotto. Nella lettera c’è scritto sia che il governo ha ‘seriamente sanzionato’ l’accaduto ed è sotto gli occhi di tutti che sia una frottola sia che ai miei clienti è già stata offerta una somma, che loro avrebbero rifiutato, per chiudere la vicenda. Anche questo non è vero perché nessuno ci ha mai proposto niente”. “Trovo sinceramente imbarazzante – ha proseguito l’avvocato Passeggi – che il rappresentante del governo a Strasburgo racconti frottole alla Corte europea. Non è una questione di soldi: il governo deve sapere – ha concluso – che in Italia e soprattutto all’estero c’è ancora chi sa cosa sia una questione di principio”.