Boris Johnson ha il 46% di possibilità di sopravvivenza dal coronavirus: lo dicono i numeri in Gb Boris Johnson ha il 46% di possibilità di sopravvivenza dal coronavirus: lo dicono i numeri in Gb

Boris Johnson ha il 46% di possibilità di sopravvivenza dal coronavirus: lo dicono i numeri in Gb

LONDRA – Boris Johnson resta in terapia intensiva al St Thomas Hospital di Londra, in condizioni “clinicamente stabili” dopo l’aggravamento dei sintomi del suo contagio da coronavirus e “risponde ai trattamenti”.

Lo rende noto in un aggiornamento quasi identico a quello di ieri, 7 aprile, un portavoce di Downing Street, precisando che il primo ministro britannico non è in grado al momento “di lavorare”, ma può “contattare chi vuole”: e quindi è cosciente. 

La preoccupazione però in Gran Bretagna è altissima e la statistica in merito alle sue possibilità di sopravvivenza non aiuta a stare sereni. In base ai dati fin qui raccolti sul coronavirus, chi entra in terapia intensiva ha il 50,1% di eventualità di salvarsi, quota che scende al 46% per coloro che hanno tra i 50 e i 60 anni. E Johnson ne ha 55 di anni.

Coronavirus, i numeri in Gb

Intanto il numero delle persone contagiate dal coronavirus decedute negli ospedali del Regno Unito cresce di 786 (6.159 il totale, 55.442 i malati) finora il più alto aumento giornaliero. 

Con il Paese in piena emergenza coronavirus, Johnson ha delegato parzialmente le sue funzioni al ministro degli Esteri, Dominic Raab, il quale oggi si è mostrato ottimista sul fatto che “in pochissimo tempo” Johnson possa riprendere le sue funzioni. “Sono fiducioso che ci riuscirà, perché se c’è qualcosa che so di questo primo ministro, è che è un combattente”, ha detto Raab, assicurando che Johnson è anche di “buon umore”.

Secondo esperti, citati dal Daily Mail, il premier rischia di non poter lavorare per uno o due mesi, prima di rimettersi completamente. Un “periodo di inattività” in terapia intensiva comporta, spiegano, un a significativa perdita di massa muscolare e forza.

Nelle ultime ore, Johnson ha ricevuto messaggi di sostegno da numerosi leader mondiali, nonché dalla regina Elisabetta, che gli ha augurato un “rapido e completo recupero” in una lettera indirizzata anche alla sua compagna, Carrie Symonds, incinta del loro primo figlio.

“Il primo ministro è ancora il primo ministro”, ha sottolineato il portavoce di Downing Street. Ma i poteri di Raab sono limitati. Il ministro degli Esteri non terrà l’udienza settimanale con la regina, né ha ricevuto istruzioni sigillate per avviare il processo di difesa nucleare, se necessario.

Il potere di Boris Johnson in quarantena

In caso di contemporanea indisponibilità di Raab, per coronavirus o altri motivi, le redini dell’esecutivo andrebbero al cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak: il numero tre della squadra, il ministro dell’Ufficio di Gabinetto, Michael Gove, che finora è stato il “numero due” di fatto dell’Esecutivo, si è isolato a casa dopo che un membro della famiglia ha mostrato lievi sintomi di Covid-19.

E non è ancora tornato al numero 10 di Downing Street l’influente consigliere del premier, Dominic Cummings, che si è autoisolato il 30 marzo con i sintomi della malattia. Sono tornati invece al loro posto sia il ministro della Salute, Matt Hancock, sia il consigliere medico dell’esecutivo, Chris Whitty.

(fonte AGI)

 

 

 

 

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