GB, LONDRA – Nuove pressioni sul governo Tory di Theresa May in favore di una decisione rapida sul mantenimento delle tutele dei cittadini Ue già residenti nel Regno Unito anche per il post Brexit.
Dopo l’emendamento approvato in proposito dalla Camera dei Lord, un gruppo bipartisan di deputati della commissione Brexit dei Comuni, guidata dal laburista Hilary Benn, ha assunto ora una posizione analoga.
La richiesta, come ha spiegato lo stesso Benn in tv, è di non lasciare troppo a lungo i 3,3 milioni di europei che vivono ufficialmente nel regno, inclusi centinaia di migliaia di italiani concentrati soprattutto a Londra, “in una nuvola d’incertezza”. E di “non mercanteggiare i loro diritti” con quelli degli expats britannici residenti nel continente, oltre un milione, per i quali i deputati invocano pure garanzie previdenziali, sanitarie e di altro genere da parte dei Paesi ospitanti.
Il governo May insiste da parte sua nell’assicurare di voler risolvere il problema “nei tempi più rapidi possibili”, ma non intende assumere per il momento impegni preventivi, rinviando tutto a un accordo negoziale con Bruxelles che garantisca “piena reciprocità”.
Per questo spinge affinchè l’emendamento dei Lord sia annullato dall’aula della Camera dei Comuni – che ne aveva già bocciato uno identico e a cui spetta l’ultima parola – in modo che la legge sul via ai negoziati di divorzio dell’Ue sia approvata nello scarno testo originario.
E l’esecutivo chiede che si possa procedere, senza vincoli a priori, all’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona entro la scadenza di fine marzo indicata dalla premier.