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Brexit, dai nuovi passaporti britannici è già sparita la dicitura Ue

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Brexit, dai nuovi passaporti britannici è già sparita la dicitura Ue

ROMA – Il governo britannico ha già cominciato, questa settimana, a distribuire passaporti senza la scritta ‘European Union’ sulla copertina, nonostante la premier Theresa May abbia proposto un rinvio della Brexit fino al 30 giugno. I nuovi documenti, riporta la Bbc online, erano stati realizzati in vista dell’uscita del Paese dall’Ue il 29 marzo. Il ministero degli Interni di Sua Maestà ha comunque spiegato che continuerà a emettere i vecchi passaporti – quelli con la scritta ‘European Union’ – finché non finiranno le scorte e che i cittadini non avranno la possibilità di scegliere tra le due versioni.

In ogni caso, non si tratta dei passaporti definitivi. Dalla fine di quest’anno, infatti, i documenti subiranno un altro cambiamento: dall’attuale colore rosso bordeaux si passerà gradualmente al blu, il tradizionale colore dei passaporti britannici fino al 1988.

Sul fronte politica, la premier Theresa May tenta di trovare un accordo con l’opposizione Labour mentre tra pochi giorni i leader europei dovranno dare il loro verdetto sulla richiesta di un’estensione al 30 giugno. Il cancelliere dello Scacchiera Philip Hammond si è detto “ottimista” sulla possibilità di raggiungere un’intesa con i laburisti. A margine di un’Ecofin informale a Bucarest il ministro delle Finanze ha spiegato che il governo “non ha linee rosse”. Le conversazioni con il Labour sono in corso, ha sottolineato – e teniamo aperta ogni possibilità: il Parlamento sarà in seduta la settimana prossima, quando dovrebbe essere in pausa, in modo che se avremo qualcosa da sottoporre, potremo farlo subito”.

Se al vertice straordinario del 10 aprile i 27 dovessero concedere l’estensione a Londra il governo dovrà iniziare a correre davvero per raggiungere e poi far passare un qualche accordo di divorzio. Per il premier irlandese Leo Varadkar è “altamente improbabile” che qualche leader Ue ponga il veto perché causerebbe “danni economici e politici” ad altri Stati membri in caso di no deal e per questo “non sarebbe perdonato”.

Hammond ha anche confessato di comprendere che “i colleghi dell’Ue siano stufi, dato che ci vuole ancora tempo” e ammesso di “non poterne più neanche noi”. Un sentimento che pare sia condiviso da molti a Westminster. (fonte ANSA)

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