Brexit, da oggi il Regno Unito è fuori dall’Europa. Dall’erasmus al passaporto, ecco cosa cambia per gli italiani

Da oggi, 1 gennaio 2021, il Regno Unito è fuori dall’Unione Europea per via dell’entrata in vigore della Brexit. Dopo l’accordo commerciale stipulato il 24 dicembre scorso Londra è fuori dall’Europa. Ecco quali saranno le conseguenze per i cittadini italiani e comunitari: dalle opportunità di lavoro al turismo, dallo studio agli stage nel Regno Unito.

L’orologio del Big Ben ha ripreso a emettere i suoi celebri rintocchi. Prima di quelli che a mezzanotte hanno annunciato il nuovo anno, le campane delle ore 23 hanno suonato per dare l’addio all’Europa. In quel preciso istante, le 24 sul continente europeo, la Brexit è diventata realtà.

Brexit, cosa cambia per gli italiani

Dall’Erasmus al roaming, per le centinaia di migliaia di italiani ed europei, che guardano al Regno Unito come una meta turistica, lavorativa, di studio e di avventura dal primo gennaio, con l’entrata in vigore della Brexit, cambieranno molte cose. La svolta più immediata riguarderà, in senso più severo e restrittivo, le regole sugli spostamenti. Uno dei fattori determinanti che hanno portato alla scelta del divorzio da Bruxelles nel referendum del 2016. Dal nuovo anno la libertà di movimento come intesa sino ad oggi cessa di esistere.

Sarà necessario il passaporto (senza visto) per viaggiare nel Regno Unito e restarci fino a tre mesi. Per un periodo più lungo, nel caso in cui si intenda soggiornare per ragioni di lavoro o di studio, occorreranno invece visti analoghi a quelli richiesti attualmente agli stranieri non comunitari.

Ma non finisce qui. Per limitare gli ingressi, anche dall’Ue, vengono introdotte liste di priorità legate al possesso di un contratto di lavoro già garantito, con un salario minimo annuo lordo da 25.600 sterline (oltre 28.000 euro). Il tutto all’interno di un sistema di filtro degli ingressi a punti in cui si valuterà fra l’altro il livello delle proprie specializzazioni e la padronanza della lingua inglese.

Quanto a coloro che sono già residenti sull’isola (circa 4 milioni di europei, di cui oltre 700.000 italiani), il mantenimento dei diritti pre Brexit resta soggetto all’iscrizione, al più tardi entro giugno 2021, nel registro del cosiddetto ‘Eu Settlement Scheme‘, istituito in forma digitale presso l’Home Office a tutela di un trattamento equiparato a quello dei cittadini britannici.

Regno Unito fuori dal programma Erasmus

Inoltre la Gran Bretagna esce dal programma Erasmus di scambi fra studenti europei, considerato troppo oneroso dal governo Tory di Boris Johnson. 

Il nuovo programma, che sarà intitolato al matematico inglese Alan Touring, riceverà uno stanziamento iniziale da 100 milioni di sterline, in grado di coprire dall’anno prossimo i costi di soggiorni di studio globali a 35.000 studenti isolani contro i 15.000 circa dell’ultimo Erasmus.

Infine c’è la questione del roaming telefonico che riguarda soprattutto chi vorrà recarsi nel Regno Unito per turismo. Fino ad oggi infatti gli italiani hanno potuto usare i loro piani tariffari grazie ad una legge europea entrata in vigore tre anni fa. Con la Brexit le cose cambieranno e chi possiede sim italiane dovrà fare riferimento al proprio operatore telefonico circa gli addebiti roaming. (fonte ANSA)

 

 

 

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