Bruxelles, attentato Isis 15 gennaio 2016: vendetta per…

Bruxelles, attentato Isis 15 gennaio: vendetta un anno dopo
Il blitz che portò all’uccisione di due jihadisti a Verviers

BRUXELLES – Il 15 gennaio 2016 i terroristi di matrice islamica legati a Isis potrebbero fare un nuovo attentato in Europa, più precisamente in Belgio, più precisamente a Bruxelles. E la data non è casuale: il 15 gennaio è una data simbolica perché è un anno esatto dall’uccisione dei due terroristi che preparavano attentati a Verviers. Lo ha detto il procuratore federale Frederic van Leeuw in un’intervista a Le Soir, spiegando che i servizi hanno preso in esame un tale scenario. “Teniamo conto di questa data simbolica, i terroristi cercano sempre simboli”, ha detto il Procuratore federale.

Intanto è stato scoperto che le cinture esplosive degli attentatori di Parigi (quelli del 13 novembre) sono state fabbricate in un appartamento di Schaerbeek, quartiere di Bruxelles. Lo riferisce oggi la Procura federale. Gli inquirenti ritengono che l’appartamento, affittato da un sospetto attualmente in custodia, è anche servito a Salah Abdeslam come rifugio dopo gli attentati.

Nell’ambito delle indagini aperte dopo gli attacchi di Parigi, la procura ha confermato oggi di aver scoperto materiale destinato alla preparazione di esplosivi durante una perquisizione effettuata il 10 dicembre scorso al terzo piano di un palazzo in rue Henri Bergé, a Schaerbeek. Inoltre, è stata trovata anche un’impronta digitale di Salah. L’appartamento era stato affittato sotto falso nome. La procura ha anche annunciato di aver trovato tre cinture fatte a mano, che secondo gli inquirenti sarebbero state destinate al trasporto di esplosivi.

I due jihadisti belgi arrestati il 27 dicembre a Bruxelles, che facevano parte del gruppo di motociclisti ‘Kamikaze riders‘, pianificavano un attentato alla Grand Place e alla stazione centrale della polizia il 31 dicembre. Lo conferma la tv fiamminga Vtm, specificando che gli inquirenti hanno ritrovato i piani dell’attacco durante le perquisizioni nelle loro case. In quella di Mohamed Karay, poi, sarebbe stata trovata anche una lettera-testamento sulla sua volontà di morire da martire.

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