Bruxelles, Salah Abdeslam: fuga finita dopo 127 giorni

Bruxelles, Salah Abdeslam: fuga finita dopo 127 giorni
Bruxelles, Salah Abdeslam: fuga finita dopo 127 giorni

BRUXELLES – Salah Abdeslahm non risponde alle domande degli investigatori. Il 13 novembre del 2015 non ha avuto il coraggio di morire come i suoi compagni suicidi dell‘Isis nelle stragi di Parigi. Adesso non ha il coraggio di raccontare quel che gli inquirenti vogliono sapere. E di domande ce ne sono molte.

Innanzitutto chi ci sia realmente dietro agli attentati dell’11 settembre europeo costati la vita a 130 persone. E poi che cosa abbia fatto Abdeslam in tutti questi mesi.

Lo si pensava in Siria, ma evidentemente non si è mai mosso dal Belgio. Il suo Belgio. Forse anche per paura dei suoi stessi compagni dell’Islam di morte, indignati con lui perché non si era immolato per la causa.

Come i mafiosi che si nascondono nel loro paese d’origine, dove sono nati, cresciuti e fanno i padroni, anche Salah Abdeslam non si è mai mosso, pare, dalla sua tana raggiunta all’indomani delle stragi di Parigi, quando venne persino ripreso dalle telecamere in auto, ma mai fermato.

A lui gli investigatori belgi e francesi sono arrivati dopo che nel covo di rue du Dries a Forest hanno trovato le sue impronte digitali. Hanno capito che era ancora in zona. Hanno diramato un solo identikit, nonostante i fuggitivi fossero due. L’identikit di uno sconosciuto, un nordafricano tra i 25 e i 30 anni. Del resto l’identikit di Abdeslam era già noto.

Hanno anticipato a venerdì 18 marzo il blitz di Molenbeek previsto per sabato a causa di una fuga di notizie che avrebbe potuto mettere a rischio le operazioni di polizia. E dopo le tante gaffe degli ultimi tempi, compreso l’aver sottovalutato il covo di Forest, il premier belga Charles Michel sapeva di non potersi più permettere errori, per di più con i capi dei 28 Paesi Ue ospiti proprio a Bruxelles. Farsi sfuggire Abdeslam un’altra volta sarebbe stato troppo.

Adesso lui tace. Di fronte alle teste di cuoio che gli hanno intimato di arrendersi ha opposto resistenza. E’ stato colpito ad una gamba. E’ ferito, ma vivo. Non parla, ma non è detto che non parlerà. E’ stato trovato dopo quattro mesi dalle stragi di Parigi. Se c’è qualcosa che non manca in questa caccia all’uomo è la perseveranza. Per farlo parlare il tempo non manca.

A seguire le prime immagini Twitter e dell’Ansa e il video con la diretta di Rt France:

 

 

Gestione cookie