ROMA – La bufala del video di Colonia (Germania) che invece è il Cairo (Egitto) ripropone la domanda: c’è stata o non c’è stata la caccia alla donna bianca la notte di Capodanno a Colonia? Oppure si è trattato di incaute giovani che contro ogni regola di prudenza sono andate a vedere cosa succede in piazza a Capodanno? Il tema è diventato politico in modo scottante.
“Dozzine di arabi cercano di stuprare una donna europea. Ne arriva 1 milione ogni anno in Europa. Il benvenuto ai rifugiati delle donne europee”.
Pubblicato il 12 gen 2016Sta circolando negli ultimi giorni un video che mostrerebbe una delle aggressioni avvenute la notte di Capodanno a Colonia, in Germania, dove decine di uomini in poche ore hanno aggredito decine di donne. Il video tuttavia è falso: non è stato girato a Colonia la notte di Capodanno ma probabilmente risale al 2012 ed è stato girato in Egitto in piazza Tahrir.
Nel video si vede una donna bionda circondata da decine di uomini che la molestano e la stringono impedendole di muoversi: il video è girato con un cellulare ed è parecchio confuso, ma si intuisce la disperazione della donna che cerca di liberarsi dalla presa. In Italia il presunto video di Colonia è stato mostrato anche in un servizio del telegiornale di La7, in cui si dice il video “mostra chiaramente quello che è successo a Colonia” ma anche che “probabilmente si tratta di uno dei 516 casi di violenza della notte di Capodanno”. Il video è stato ripreso tra ieri e oggi anche da altri giornali italiani, tra cui lo Huffington Post, il Giornale, il Secolo d’Italia.
Rai News:
09 gennaio 2016Un video su Youtube, spacciato come documento dell’attacco da parte di immigrati arabi nei confronti di una donna tedesca, la notte di Capodanno a Colonia, risale in realtà al 2012, ed è stato girato con un cellulare al Cairo.Precisamente il video ritrae l’aggressione ad una giornalista tedesca a piazza Tahrir, nei giorni della cosiddetta “Primavera araba”, che porteranno alla destituzione del presidente egiziano Hosni Mubarak.A rivelare il falso, sulla sua pagina Facebook, è proprio la giornalista che fu oggetto dell’attacco, Julia Leeb.Nel post “Rompendo il silenzio” scrive: “Ho esitato a lungo, ma non mi vergogno più. I criminali e i politici dovrebbero vergognarsi”.Il video si è diffuso in modo virale attraverso i social media, soprattutto tedeschi, in seguito alle notizie di molestie e rapine che sarebbero state perpetrate da profughi “di origine araba e nordafricana” nei confronti di centinaia di donne la notte di Capodanno a Colonia.La cancelliera Angela Merkel ha condannato le aggressioni come “azioni criminali disgustose” e ha valutato l’espulsione per gli autori delle molestieScrive Julia Leeb: “Questo video non è stato girato a Capodanno in Germania. Lo so. Lo so perché la persona che viene attaccata in questo video sono io”.Poi racconta che il video ritrae alcuni momenti concitati a piazza Tahrir nel 2012. Nelle immagini si vede una folla che si stringe intorno alla donna, la schiaccia e la travolge. Quel giorno, spiega la giornalista, “gruppi organizzati hanno cercato di creare il caos”.Secondo Julia Leeb, quelli di Colonia “sembrano attacchi organizzati. Circa 1.000 giovani sono arrivati in grandi gruppi, apparentemente con il preciso intento di effettuare aggressioni nei confronti delle donne”.Poi la giornalista, nel post, si rivolge direttamente alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, la sollecita a capire come sia stato possibile che questi uomini siano riusciti ad organizzarsi, e le chiede a mascherare i colpevoli. Infine, conclude con questa richiesta accorata: “Proteggi i rifugiati innocenti e il tuo stesso popolo!” L’episodio testimonia difficoltà crescenti di una società che si polarizza sul tema dell’immigrazione e delle politiche di accoglienza della Cancelliera tedesca. Intanto è salito a 379 il numero di donne che ha presentato denuncia per aggressioni sessuali e furti subiti a Colonia durante la notte di Capodanno. Lo ha reso noto un comunicato della polizia sabato che precisa: per circa il 40% dei casi si tratta di denuncia di aggressioni sessuali. I sospetti sono rivolti nella maggior parte dei casi verso persone di origine nordafricana.