Air France potrebbe essere responsabile dello schianto del Concorde che causò la morte di 113 persone il 25 luglio 2000: è l’ipotesi avanzata da un documentario che andrà in onda venerdì 22 gennaio sulla tv francese Canal Plus e che contraddice le conclusioni dell’inchiesta francese, a pochi giorni dall’inizio del processo, che avverrà il 2 febbraio, sul dramma del supersonico.
Secondo le indagini ufficiali del Bea (l’Ufficio di indagini e analisi per gli incidenti aerei), l’incidente fu provocato da una striscia metallica in titanio persa da un DC-10 della Continental Airlines, decollato pochi minuti prima dall’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle. La lamella forò una gomma del carrello principale del Concorde provocando l’incidente appena poco dopo il decollo, spiegò il Bea, scagionando così da ogni responsabilità la compagnia francese.
Gli autori di “Concorde, il crash di un mito” danno una versione molto diversa dei fatti, che coincide invece con quella fornita dalla Continental. Basandosi su 28 testimonianze, il documentario di Canal Plus avanza l’ipotesi che il Concorde abbia preso fuoco circa un chilometro prima rispetto al punto in cui si trovava la striscia metallica.
La gomma del carrello sarebbe stata danneggiata dal sovraccarico dell’aereo e dall’assenza di un distanziatore per mantenere parallele le ruote, che i tecnici della manutenzione avrebbero dimenticato di rimontare. Un deflettore d’acqua si sarebbe così staccato, andando a forare un serbatoio e provocando l’incendio del velivolo.
L’Air France ha contestato con forza questa versione: «Abbiamo tutti gli elementi per rispondere» ha commentato Fernard Garrault, avvocato della compagnia francese. Il Concorde cessò il servizio il 24 ottobre 2003 ed effettuò l’ultimo volo il 26 novembre dello stesso anno.
Ecco un video che mostra le immagini di quella tragedia.