Coronavirus, bruciate centraline e antenne 5G: “Sono la causa del contagio”

ROMA – Antenne e centraline bruciate, date alle fiamme perché “sono la causa del contagio”. In tempo di coronavirus, in tempo di pandemia e quarantena forzata, accadono anche queste cose. Assalti incendiari ed antenne e centraline 5G in Gran Bretagna, ritenute responsabile dell’epidemia di coronavirus.

Sul web gira la voce del tutto infondata secondo cui sarebbe proprio la tecnologia della rete ultraveloce per cellulari di ultima generazione su cui sta puntando fortissimo la Cina.

Come spiega Repubblica, si sono verificati attentati a Birmingham, Liverpool, Melling e Belfast, in Irlanda del Nord. Le reti 5G “indebolirebbero il nostro sistema immunitario, rendendoci quindi più esposti al coronavirus”. Una bufala scientifica, ma i roghi proseguono, nonostante le radiazioni elettromagnetiche legate alle centraline 5G, sottolinea Repubblica, siano “ben sotto il livello di guardia internazionale, addirittura 66 volte in meno del limite oltre il quale radiazioni e onde possono modificare il Dna e quindi creare gravi problemi alla salute, come i tumori”.

Altra “teoria” è che i batteri (ma il coronavirus non è un batterio) possano utilizzare la rete 5G per viaggiare più velocemente. Alla base ci sarebbe uno studio del 2011 di alcuni ricercatori della Northeastern University di Boston e di quella di Perugia, “studio controverso, che non è mai stato pienamente dimostrato”. (Fonti Mirror e Repubblica).

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