Coronavirus, Gran Bretagna: si passa da 'state a casa' a 'state all'erta' Coronavirus, Gran Bretagna: si passa da 'state a casa' a 'state all'erta'

Coronavirus, Gran Bretagna: si passa da ‘state a casa’ a ‘state all’erta’

LONDRA  –  “Stare all’erta, controllare il virus, salvare vite” umane: cambia il messaggio del governo britannico sul fronte del coronavirus.

Lo ha annunciato domenica sera Boris Johnson alla nazione, presentando le tappe di una graduale Fase 2.

Il premier Tory mantiene in sostanza in vigore anche in Inghilterra il lockdown (come già deciso da Scozia e Galles), ma alleggerisce con la più generica raccomandazione a stare in allerta quella che finora indicava di “stare in casa” mantenuta invece dai governi locali scozzese, gallese e nordirlandese. 

Da mercoledì 13 maggio non vi saranno più limitazioni all’esercizio fisico individuale all’aperto, si potrà prendere il sole nei parchi, guidare la macchina verso altre destinazioni cittadine, fare sport di gruppo ma solo con membri della stessa famiglia.

Sempre “nel rispetto del distanziamento” e con controlli e multe più pesanti “per i pochi che violano le regole”.

Quanto alle tappe successive della road map verso la Fase 2, il premier Tory ha detto che saranno condizionate alla verifica scientifica continuazione di un decremento di contagi da coronavirus e al ritorno del tasso d’infezione al livello 1 (ora nel Regno è fra 0,5 e 0,9, ha detto).

Con una possibile “riapertura graduale dei negozi” e delle scuole, a partire dalle elementari, non prima di giugno.

E, non prima di luglio, una possibile “riapertura di alcune strutture dell’industria dell’ospitalità, a patto che siano sicure e garantiscano il distanziamento sociale”. 

Coronavirus, i contagi in Gran Bretagna

Intanto calano a 269, contro i 346 censiti ieri e gli oltre 600 di venerdì, i morti per coronavirus registrati nel Regno Unito nelle ultime 24 ore fra ospedali, case di riposo e altri ricoveri: fino a un totale di 31.855, stando all’aggiornamento quotidiano del ministero della Sanità (anche se un’elaborazione statistica dell’Ons, l’Istat britannico, ha indicato nei giorni scorsi una stima superiore a 36.500).

I contagi diagnosticati sfiorano intanto i 220.000, con una curva di nuovi casi (scesa sotto i 4000 quotidiani) e di ricoveri ospedalieri confermata in flessione.

I test giornalieri realizzati tornano infine a quasi 93mila, sebbene ancora sotto i 100mila promessi dal titolare della Sanità, Matt Hancock, raggiunto solo il 30 aprile, e con 50mila provette inviate negli ultimi giorni negli Usa a causa d’intoppi verificatisi nella rete dei laboratori britannici. (Fonte: Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)

 

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