Coronavirus, lockdown servito a poco? Giampaolo Scacchi: solo le scuole Coronavirus, lockdown servito a poco? Giampaolo Scacchi: solo le scuole

Coronavirus, lockdown servito a poco? Bastavano chiusura delle scuole e distanze

Coronavirus, hanno bloccato il mondo mettendolo in quarantena. Ma forse è servito a poco? Si interroga Giampaolo Scacchi. Gli unici, o quasi, a morire, sono stati i vecchi, specie nelle case di riposo.

In Inghilterra e in Italia, la percentuale di morti in età sotto i 45 anni è sotto l’uno per cento.

In America poco di più. La grande maggioranza delle vittime, due terzi, aveva più di 65 anni, l’età media dei defunti è di 80 anni.

Quella contro il Covid-19 è stata una guerra totale. Qualcosa ha funzionato, qualcosa no.
Un’ombra di sfiducia la getta uno studio dell’Università della East Anglia. In Europa, sostiene, le rigorose restrizioni sulla quarantena. La chiusura di tutte le attività non essenziali nella lotta contro il coronavirus avrebbe avuto scarso effetto.

Al contempo, per rallentare la diffusione ha funzionato chiudere le scuole e vietare assembramenti.

L’allentamento di alcune misure, come poter uscire di casa e riaprire alcune aziende, per il Regno Unito rappresenterebbe il primo passo per alleggerire il lockdown.

I risultati mettono in discussione la necessità di un lockdown totale com’è stato in Gran Bretagna, sul modello italiano, dal 23 marzo scorso.

Altri importanti scienziati hanno affermato che l’emergenza COVID-19 ha raggiunto il picco e ha iniziato a calare prima dell’inizio del lockdown. La politica radicale del Governo è stata un errore.

I dati indicano che nelle settimane precedenti al cambiamento delle misure, l’utilizzo dei trasporti ha iniziato a diminuire. Un minor numero di persone con tosse e problemi respiratori si è recato dal medico

Nonostante l’assenza di regole rigide, le persone osservavano ugualmente il distanziamento sociale.

Johan Giesecke, ricercatore svedese ha affermato che la pandemia è inarrestabile e chiunque prima o poi sarà esposto al contagio. La Svezia si è opposta al lockdown. Ma è rimasta relativamente indenne, 

Boris Johnson ha confermato che da lunedì prossimo, e dopo sei settimane,  le restrizioni saranno allentatele.

Annuncio arrivato lo stesso giorno in cui il bilancio delle vittime in Gran Bretagna ha superato i 30.000. Primo Paese in Europa a detenere il tragico record, e il numero di positivi accertati è oltre 200.000.

Per la “fase due” dei britannici, il Primo Ministro delineerà un piano in cinque punti, con il governo pronto a mollare il messaggio “Stay at Home”, stare a casa.

I ricercatori dell’UEA hanno esaminato una serie di misure di distanziamento sociale adottate in 30 paesi europei.

Hanno puntualizzato che lo studio è sperimentale.

Secondo i ricercatori, vietare gli assembramenti, chiudere le scuole e  alcune attività non essenziali. In particolare nel settore del turismo, è stato il mezzo più efficace per bloccare la diffusione del virus.

Hanno affermato che sono necessarie ulteriori indagini sulla validità di mascherine in pubblico.

Julii Brainard, un ricercatore coinvolto nello studio a BBC Radio 4 ha affermato che “tre delle restrizioni erano molto efficaci e le altre due no”.

“Chiudere le scuole è stata la singola misura più efficace, seguita dal divieto di raduni di massa”.

“Sorprendentemente, l’obbligo di rimanere in casa e la chiusura delle attività commerciali ha avuto un effetto molto limitato”.

La ricerca supporta le affermazioni di Johan Giesecke, del Karolinska Institutet di Stoccolma, ovvero che i lockdown totali non sono necessari poiché il virus è inarrestabile.

Ammette tuttavia che c’è il vantaggio di evitare che gli ospedali collassino. Il che, secondo il governo britannico, questo è sempre stato l’obiettivo.

In un articolo su The Lancet, Giesecke ha dichiarato:”Molti paesi e i media, si sono meravigliati della strategia rilassata della Svezia di fronte alla pandemia”.

“Le scuole e la maggior parte dei posti di lavoro sono rimasti aperti e gli agenti non controllavano chi usciva per strada”.

“È ormai chiaro che un rigido lockdown non protegge le persone anziane e fragili che vivono nelle case di cura anche se era stato progettato per metterle in sicurezza”.

“Né riduce la mortalità da COVID-19, il che è evidente quando si confronta l’esperienza del Regno Unito con quella di altri paesi europei”.

Giesecke ha spiegato che in Svezia le stime fanno ipotizzare che a Stoccolma, un quarto dei 2,4 milioni di persone hanno già avuto il virus e a circa il 99% di queste non è mai stato diagnosticato.

Il paese ha registrato solo 2.941 decessi.

“Il che mi ha portato a concludere che tutti saranno esposti alla sindrome respiratoria acuta grave del coronavirus e la maggior parte delle persone sarà contagiata”.

Ha aggiunto Giesecke:”COVID-19 è come un incendio si sta diffondendo in tutti i paesi, ma non lo vediamo. E’ trasmesso quasi sempre da giovani asintomatici o con sintomi lievi ad altre persone che avranno a loro volta sintomi lievi”.

“Questa è la vera pandemia e in molti paesi europei, probabilmente è al culmine. Possiamo fare molto poco per prevenire la diffusione: un lockdown per un po’ potrebbe rallentare i casi gravi ma una volta allentate le restrizioni, torneranno”.

“Mi aspetto che tra un anno quando avremo il numero di decessi per COVID-19 di ciascun  paese le cifre saranno simili, indipendentemente dalle misure adottate”.

Keith Neil, epidemiologo presso l’University of Nottingham, riguardo allo studio sostiene:”Il suo principale limite è che in molti paesi sono state messe in atto contemporaneamente varie misure restrittive rendendo difficile capire l’impatto di ciascuna”.

“Il suo punto di forza è che sono stati esaminati di dati di trenta Paesi”.

Bram van Bunnik, ricercatore dell’University of Edinburgh’s Usher Institute ha dichiarato:”È importante allentare le misure adottate durante il lockdown poiché l’impatto sulla società è enorme”.

“Ma ciò dovrebbe essere fatto in modo che sia sicuro per le persone più vulnerabili nonché per la salute e la sicurezza del personale del SSN”.
 

 

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