Crimea sempre più russa, beni ucraini nazionalizzati. Sanzioni Ue contro Putin

Crimea sempre più russa nonostante stop Usa-Ue. Beni ucraini nazionalizzati
La Crimea sceglie la Russia, festeggiamenti in piazza (Foto LaPresse)

KIEV – La Crimea ha scelto l’annessione alla Russia con oltre il 90% dei voti al referendum del 16 marzo. E Mosca si è subito attivata per l’annessione, mentre il parlamento della Crimea ha deciso di nazionalizzare le proprietà statali ucraine.

Ma l’Ucraina non è pronta a cedere e ha definito il referendum “una grande farsa“, annunciando la mobilitazione parziale, mentre la Crimea da Sinferopoli annuncia che la moneta ufficiale è il rublo russo e non più la grivnia.

E le sanzioni dell’Unione europea decise 10 giorni da e annunciate sono arrivate contro la Russia la mattina del 17 marzo. Sanzioni minacciate anche dagli Stati Uniti, con il Giappone che definisce il referendum “illegale” e chiede alla Russia un passo indietro.

“REFERENDUM FARSA” – Oleksandr Turcinov, presidente ucraino ad interim, ha dichiarato:

“La Russia cerca di coprire la sua aggressione in Crimea con una grande farsa chiamata referendum che non sarà mai riconosciuta dall’Ucraina, né dal mondo civilizzato”.

In sostanza l’Ucraina non riconosce il referendum per l’annessione della Crimea alla Russia, con il premier ucraino Arseni Iatseniuk che in un incontro con alcuni politici polacchi e lituani ha detto:

“La Crimea è territorio ucraino, e lì si trovano nostri cittadini: non ci sarà alcun riconoscimento di questo cosiddetto referendum”.

“MOBILITAZIONE PARZIALE” – Turcinov ha poi annunciato in parlamento di aver firmato un decreto per la “mobilitazione parziale” a causa della situazione di crisi in Crimea. Il parlamento ucraino ha poi approvato il decreto presidenziale per la “mobilitazione parziale” proposto da Turcinov.

A favore della mobilitazione si sono espressi 275 deputati mentre 33 si sono astenuti. Nessuno ha votato contro. La mobilitazione è dovuta

“all’aggravarsi della situazione politica nel Paese e all’ingerenza della Russia negli affari interni dell’Ucraina”.

“MONETA E’ RUBLO” –  La moneta ufficiale della Repubblica di Crimea è il rublo: lo ha deciso il Parlamento di Simferopoli, sancendo il distacco dall’Ucraina. Le forze dell’ordine e gli apparati dello stato resteranno in carica fino all’adozione della nuova costituzione, come annunciato dalla Rada di Simferopoli.

SANZIONI UE – Il Consiglio dei ministri degli esteri europei ha approvato il 17 marzo il pacchetto di sanzioni contro la Russia, che prevede la cancellazione del vertice G8 di Sochi, divieti di viaggio e congelamento dei beni. Sanzioni previste dal vertice straordinario di dieci giorni fa. Le misure, una volta adottate, saranno operative dal 17 marzo stesso, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale già nel pomeriggio della lista dei nomi dei destinatari delle sanzioni, come riferito da fonti diplomatiche europee.

Sono 21 le persone inserite nella lista delle “misure restrittive” decise dall’Unione europea contro “alcuni politici e alcuni militari” di Russia e Crimea. Lo riportano fonti diplomatiche europee, specificando che delle 21 personalità, 13 sono russe, 8 della Crimea.

USA E GIAPPONE, LE REAZIONI – Anche Barack Obama lancia un monito alla Russia:

“Gli Stati Uniti e la comunità internazionale non riconosceranno mai il referendum sulla Crimea e sono pronti con gli alleati europei a imporre ulteriori sanzioni alla Russia per le sue azioni”.

Mentre il Giappone esorta la Russia a evitare l’annessione della Crimea per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, definendo “illegale” il referendum sul ritorno sotto il controllo di Mosca.  Yoshihide Suga, capo di gabinetto giapponese, ha detto:

“Il referendum non è giuridicamente efficace e il Giappone non ne accetta il risultato. La mossa della Russia va contro la costituzione dell’Ucraina secondo cui ogni possibile modifica del proprio territorio deve essere messa ai voti su scala nazionale”.

 

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