C’è crisi? Basta mettere i lingotti nel bunker

ROMA – I soldi sotto il materasso? No. In tempo di crisi, chi può preferisce i lingotti nel bunker. Scrive Elmar Burchia sul Corriere della Sera che sono sempre di più i clienti che affidano i loro risparmi (accuratamente convertiti nell’oro, il più classico dei beni rifugio in tempi di vacche magre) a dei veri e propri bunker dismessi.

A custodire i lingotti sono delle società apposite come la Swiss Gold Safe che ha sistemato e attrezzato un bunker dismesso nel cantone Uri. Hans J. Maurer, amministratore delegato della società, è di poche parole: si limita a raccontare che il numero dei clienti si è moltiplicato nell’ultimo anno e che i loro bunker sono anche a prova di catastrofe nucleare.

Ma quello della Swiss Gold Safe non è un caso unico, anzi. L’elenco del Corriere è nutrito: “Ad Attinghausen, sempre nel Cantone Uri, opera invece la società Deltalis con la sua Fort DK 2, mentre nell’Oberland Bernese ci sono le due fortezze Swiss Fort Knox, gestite dalla Siag-Secure Infostore. Ufficialmente gestiscono centri per il backup di dati, scrive il quotidiano tedesco Die Welt. Qualche tempo fa l’amministratore delegato della Siag, Christoph Oschwald, aveva rivelato al portale 20 Minuten online che le informazioni depositate qui «valgono miliardi di franchi»”.

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