Cristo non si è fermato a Eboli, anzi. Era un “viaggiatore” che sarebbe arrivato fino in Gran Bretagna. La suggestiva ipotesi viene da un documentario di 45 minuti che verrà presentato in settimana al British Film Institute di Londra. Al centro della teoria c’è una fantasiosa lettura dell’inno tradizionale ‘Gerusalemme’, che afferma che Cristo sia arrivato in Gran Bretagna.
Il regista e produttore Tom Harrison ha intitolato il film ‘And Did Those Feet’, ispirandosi alla poesia del celebre poeta britannico William Blake,che nel 1804 trasformò in versi il cantico “Gerusalemme” e lo chiamò “And did those feet in ancient time”.
La leggenda contenuta dell’inno, che a suo tempo ispirò Blake e che ha oggi spinto Harrison a fare un documentario, consiste nel racconto di un viaggio che Gesù avrebbe fatto assieme a suo zio Giuseppe di Arimatea e in cui i due avrebbero raggiunto la cittadina di Glastonsbury nel Somerset, e la penisola Roseland.
Il regista ha dichiarato che lo scopo del suo film è rivelare al pubblico come il mito abbia delle fondamenta storiche che sono state sempre trascurate. Nel documentario, viene intervistato un ministro della chiesa di Scozia e ricercatore dell’ Università di Edinburgo, Gordon Strachan, che afferma che l’ipotesi che Cristo abbia visitato la Gran Bretagna al fine di ampliare la sua conoscenza, sia del tutto plausibile: “La leggenda racconta che Gesù costruì una chiesa nel Glastonbury, e nel documentario abbiamo riportato una lettera del 597 d.C. di Sant’ Agostino, destinata al papa, di cui pochissime persone sono a conoscenza, e in cui racconta di aver visitato un chiesa nella cittadina che secondo lui era opera di Cristo”.
Il religioso ha però aggiunto: “Ovviamente non ci sono prove concrete – nessuno ha ancora ritrovato la scarpa di Gesù”. Oltre all’intervista, il documentario include una ricerca sulla matematica alla base dei grandi misteri britannici,come quello di Stonehenge, legandola ai concetti matematici che si trovano nella Bibbia.
I commenti sono chiusi.