Crocifisso: domani a Strasburgo udienza sul ricorso dell’Italia

Domani il caso del crocifisso nelle scuole italiane torna alla ribalta a Strasburgo durante l’udienza pubblica che si terra’ davanti alla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo. Ai 17 giudici che siederanno alla Grande Chambre spetta il compito di ascoltare le ragioni del governo italiano che ha fatto ricorso contro la sentenza emessa il 3 novembre scorso da una delle Camere della Corte. Nella sentenza si affermava che la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche costituisce una violazione dei diritti dei genitori a educare i figli secondo coscienza e allo stesso tempo una limitazione della liberta’ religiosa degli alunni.

Intanto alla vigilia dell’udienza fonti vicine alla Corte hanno reso noto che tre dei togati scelti per il delicato incarico hanno chiesto di essere esonerati. L’ufficio stampa della Corte non ha voluto commentare l’indiscrezione precisando che la composizione della Grande Camera sara’ resa nota, come da prassi, solo all’inizio dell’udienza. Gli unici togati che saranno sicuramente presenti domani sui banchi della Corte, perche’ cosi prevedono le regole, sono il presidente e vice presidente della stessa Corte e il giudice italiano, Guido Raimondi. Come e’ consuetudine, l’udienza si aprira’ con una richiesta dei giudici prima al governo e poi al rappresentante legale del ricorrente di esporre le loro argomentazioni.

Quelle del governo italiano, che mirano a convincere la Corte dell’infondatezza della prima sentenza, saranno presentate dal giudice Nicola Lettieri, mentre per la ricorrente, Soile Lautsi, interverra’ l’avvocato Nicola Paoletti. L’attenzione a quel punto si sposterà sui giudici e le domande che in genere pongono alle parti su aspetti specifici inerenti il caso. La Corte ascolterà inoltre le argomentazioni, presentate dal professor Joseph Weiler, di otto dei dieci governi che hanno deciso di intervenire a sostegno del governo italiano. Si tratta di Armenia, Bulgaria, Cipro, Gracia, Lituania, Malta, San Marino e Russia.

Non verranno invece ascoltate in aula le tesi del governo di Monaco e Romania, sempre a favore dell’Italia, che hanno invece depositato una memoria scritta. Se l’elevato numero di Stati che hanno deciso di intervenire a favore di Roma, indica l’importanza che la questione ha anche per altri paesi europei, non e’ la prima volta che la Corte riceve tante richieste. Gia’ nel 2002 otto Stati, tra cui l’Italia, intervennero come terze parti in un ricorso contro la Gran Bretagna che concerneva l’immunita’ parlamentare.

Ma il caso del crocefisso registra una prima assoluta. Non era mai successo che la Corte ricevesse e accettasse la richiesta di parlamentari europei a intervenire come terze parti. Il gruppo, che ha presentato una memoria scritta, e’ composto da 33 parlamentari di 11 paesi europei tra cui spiccano 13 italiani (tra loro Mario Mauro, Ppe-Pdl) e 8 polacchi. L’unico parlamentare del gruppo che sinora ha fatto richiesta formale di poter assistere all’udienza e’ l’italiano Mario Borghezio, Eld-Ln. La Corte ha ricevuto anche altre 6 memorie scritte presentate da organizzazioni non governative: tre a favore della presenza del crocifisso, come quella delle Acli, e altrettante contro, tra cui spicca quella del Greek Helsinki Monitor, l’unica ong a essere intervenuta come terza parte durante il procedimento che portò alla prima sentenza. Alla conclusione dell’udienza i giudici si ritireranno per deliberare ma, fanno sapere dalla Corte, trascorreranno dai sei mesi a un anno come minimo, prima che la sentenza venga resa pubblica.

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