Da Hamleys a Londra, il giocattolo diventa unisex

LONDRA, 18 DIC – Da Hamleys a Londra il giocattolo diventa unisex. Il celebre negozio su Regent Street, da 250 anni il maggior 'paradiso dei balocchi' britannico, ha abolito la distinzione per colore dei suoi cinque piani: azzurro per maschietti, rosa per femminucce.

Con cinque milioni di visitatori all'anno, Hamleys e' una delle maggiori attrazioni turistiche della capitale, l'equivalente londinese di Fao Schwarz a New York. La decisione di abolire la distinzione dei giocattoli per sesso e riorganizzarli per tipologie (''morbidi'', ''all'aperto'', ''arts and craft'') e' stata salutata su Twitter come ''la fine dell'apartheid''. E anche se la catena, che ha filiali a Amman, Dubai, Mumbai, Glasgow e Dublino, ha smentito di aver reagito a pressioni di opinione pubblica, il movimento contro la 'pinkizzazione' delle bambine ha cantato vittoria.

Prima della riorganizzazione decisa la scorsa settimana, la sezione per femminucce di Hamleys era un tripudio in rosa di animali di peluche, bambole, batterie da cucina, set di bellezza con tanto di salone chiamato 'Tantrum' (capriccio) mentre i piani per maschietti erano riservati ad auto, navi spaziali, trenini elettrici, Lego e Meccano, il tutto in bella mostra su scaffali all'insegna del blu.

''Era il frutto di una scelta di marketing degli anni Ottanta. Ma il feticismo del rosa e' un fenomeno recente. I colori non sono stati introdotti nelle nursery che ai primi del Novecento e allora era l'inverso: il celeste era per le femmine'', ha spiegato Peggy Orenstein, autrice del saggio 'Cenerentola ha mangiato mia figlia: dispacci dalla linea del fronte della nuova cultura girlie-girl'.

Alla Ornstein, un'americana, si sono unite due sorelle britanniche, Emma e Abi Moore che hanno fondato la campagna 'Pinkstink', il rosa puzza, e la blogger Laura Nelson che si firma Delilah. A loro avviso l'industria del giocattolo propina alle bambine un'immagine femminile passiva e ossessionata da shopping, bellezza e moda.

Non e' il primo successo di 'Pinkstink': di recente il movimento ha convinto la catena Saninsbury's a cambiare l'etichettatura dei costumi in maschera: prima, quelli da medico erano indicati ''da maschio'', mentre alle femmine erano riservate le uniformi da infermiera o estetista.

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