Prima Guerra Mondiale, i decifratori informatici della Room 40 aiutarono la Gran Bretagna a vincere

Prima Guerra Mondiale, i decifratori informatici della Room 40 aiutarono la Gran Bretagna a vincere (foto Ansa)

LONDRA – I decifratori informatici di Bletchley Park sono considerati come alcune delle migliori menti della storia britannica: hanno dato un enorme contributo agli alleati e accorciato la durata della Seconda Guerra Mondiale, nonché aiutato a vincerla. Quello che molti non sanno  è che i decifratori furono  altrettanto importanti durante la Prima Guerra Mondiale.

Nell’ottobre del 1914 all’interno dell’Ammiragliato britannico fu istituita una nuova agenzia di intelligence per monitorare le comunicazioni senza filo e intercettare e trascrivere i messaggi segreti inviati dai tedeschi. Fu proprio uno di questi messaggi decifrati che portò probabilmente al più grande punto di svolta della guerra: la decifrazione del telegramma di Zimmermann, ministro degli esteri tedesco, e l’entrata in guerra degli Stati Uniti.

Sarah Ralph, ex dipendente di Bletchley Park, ha detto che conoscere i decifratori di quel periodo è stato vitale: i loro sforzi hanno permesso ad Alan Turing e ai suoi colleghi matematici di “dare il massimo” allo scoppio della seconda guerra mondiale.

La Room 40 fu formata quando il direttore dell’intelligence navale, l‘ammiraglio Sir Henry Oliver dette dei messaggi intercettati da Berlino al direttore della formazione navale Alfred Ewing, uno scienziato scozzese il cui hobby erano i messaggi cifrati. Ewing quindi reclutò dei decifratori civili che aiutarono a decodificare circa 15.000 telegrammi in codice e comunicati senza filo durante la prima guerra mondiale.

Quando l’organizzazione fu rilevata dal successore di Sir Henry, l’ammiraglio Sir William “Blinker” Hall trasferì i decifratori nella Room 40 dell’Ammiragliato, nel vecchio edificio a Whitehall. I loro sforzi furono corroborati dalla cattura di cifrari dalle navi tedesche, da parte dei russi e della Royal Navy, all’inizio della guerra.

Un altro impulso arrivò quando gli agenti britannici sequestrarono il bagaglio dell’agente tedesco Wilhelm Wassmuss in quella che allora si chiamava Persia, e lo spedirono chiuso a Londra, a Sir William: al suo interno si scoprì un altro cifrario. Ai decifratori civili era permesso solo decodificare i messaggi, e non esaminarli e interpretarli, ma tuttavia il loro lavoro si rivelò fondamentale nel gennaio del 1917, quando la guerra era ancora in una situazione di stallo.

La Germania voleva scatenare una guerra tra Stati Uniti e Messico, sperando che ciò impedisse agli Usa di entrare nel conflitto e rallentare o bloccare la fornitura di armi alle potenze occidentali.  I tedeschi temevano inoltre che la loro politica di guerra sottomarina senza restrizioni – l’affondamento senza preavviso di navi appartenenti alle potenze occidentali e ai loro alleati – data la morte di passeggeri americani a bordo della Lusitania nel 1915 potesse spingere gli Stati Uniti a unirsi alla guerra. Arthur Zimmermann inviò il telegramma promettendo di finanziare il Messico contro gli Stati Uniti nel caso in cui sembrasse probabile che entrassero in guerra. Un conflitto che avrebbe inoltre permesso al Messico di riconquistare terre perse in Texas, Arizona e New Mexico.

Il presidente messicano Venustiano Carranza esaminò la fattibilità del piano ma in quel momento era in atto una guerra civile e la sua posizione era troppo instabile per attaccare gli Stati Uniti. Il telegramma fu inviato all’ambasciatore tedesco in Messico, Heinrich von Eckardt, attraverso gli Stati Uniti, dopo che il presidente Woodrow Wilson per mantenere buoni rapporti e possibilmente mediare una pace aveva accettato che i tedeschi utilizzassero i loro cavi di comunicazione. Fatto che innervosiva i tedeschi poiché dovevano fare affidamento al messaggio trasmesso a Washington senza che gli Stati Uniti ne leggessero il contenuto, scrive il Daily Mail. Alla fine persuasero l’ambasciatore statunitense in Germania ad accettarlo e inviarlo in codice: fu trasmesso il 16 gennaio 1917.

Poiché i cavi tedeschi erano stati tagliati dagli inglesi, il telegramma doveva essere inviato prima attraverso l’ambasciata degli Stati Uniti in Danimarca e poi da una stazione di rilancio vicino a Land’s End, in Cornovaglia, che stava segretamente dirottando tutte le comunicazioni alla Room 40.

Ciò, il 17 gennaio, permise di decifrare parzialmente il telegramma ma non sarebbe stato trasmesso alle autorità del governo prima di tre settimane. 

Quel lasso di tempo fu utilizzato per decifrare completamente il telegramma su ordine di Sir William, il quale non voleva che gli Stati Uniti sapessero che la Gran Bretagna stava monitorando le loro comunicazioni né che i tedeschi scoprissero che i loro codici erano vulnerabili.

Ma gli inglesi dovevano anche essere in grado di convincere gli americani che il messaggio era autentico e non contraffatto, lasciando Sir William in lotta per creare una storia di copertura che avrebbe salvato la faccia nel mentre portava gli Stati Uniti ad attaccare.

Il 1° febbraio è stato aiutato dalla Germania a riprendere la guerra sottomarina senza restrizioni, causando la rottura delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, due giorni dopo che l’opinione pubblica oscillava contro il regime del Kaiser.

Dopo settimane di decodificazione della nota, uno dei decifratori, Nigel de Grey, annunciò: “Signore e signori, vinceremo la guerra”. Un altro leggendario decifratore, che ha lavorato alla decodifica del documento, fu Dillwyn “Dilly” Knox, uno studioso di lettere classiche che dal 1915 lavorò per l’organizzazione segreta. Secondo i report, a Knox piaceva lavorare mentre era immerso in un bagno caldo, probabilmente favoriva la concentrazione ed è così che riuscì a decifrare uno dei più  importanti codici tedeschi.

Knox, appassionato di poesia, stava studiando le comunicazioni tedesche quando si rese conto che le parole che finivano in “en” – Frauen, Rosen e Lieben – potevano essere derivate da un poema. Capì, con un colpo di genio, che il codice era la versione cifrata di una poesia di Schiller.

Per ingannare gli americani, Sir William lanciò un piano complesso: in Messico utilizzò un agente britannico di nome Mr H per corrompere l’ufficio messicano dei telegrammi e ottenere una copia del messaggio in codice, che corrispondeva al messaggio inviato dagli Stati Uniti nei registri telegrafici commerciali. Mostrò il messaggio a Edward Bell, un funzionario americano dell’ambasciata a Londra, il 19 febbraio, che inizialmente lo considerò un falso.

Gli inglesi riferirono agli Stati Uniti che in Messico i loro agenti dell’intelligence avevano rubato il messaggio e alla fine Bell si convinse ed effettuò una verifica. Prima di essere finalmente mostrato al presidente Wilson, che lo pubblicò sui media il 28 febbraio, il telegramma per diversi giorni passò tra gli agenti britannici e americani.   

Nel frattempo i tedeschi rifiutarono di accettare che i loro codici fossero stati infranti e ordinarono a Zimmermann di lanciare una caccia all’uomo per scovare un possibile traditore annidato nel suo ufficio.
La reazione negli Stati Uniti fu di rabbia e nel frattempo si erano accentuate le tensioni con il Messico.

Zimmermann tolse ogni dubbio confermando che il telegramma era autentico e un mese dopo il presidente Wilson chiese al Congresso di approvare una dichiarazione di guerra contro la Germania.

La Room 40, durante la guerra ha inoltre avuto un ruolo nel seguire i movimenti della marina tedesca, intercettando i segnali inviati alla flotta per determinarne la posizione. L’intelligence fu coinvolta nella decisione di inviare la Royal Navy per l’unica grande battaglia navale del conflitto: la battaglia dello Jutland in cui gli inglesi persero più di 6.000 uomini e 151 navi.

Dopo la guerra, la Room 40 venne inglobata nel MI1b dell’Esercito così da formare l’Organizzazione governativa di codici e crittografia che si trasferì a Bletchley Park e arruolò Alan Turing per decifrare il codice Enigma.

Attualmente l’agenzia di intelligence si chiama GCHQ, ha sede a Cheltenham nell’edificio “Donut”, e lavora per proteggere la Gran Bretagna dalle minacce e pericoli di paesi stranieri.

Gestione cookie