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“Espulsione per chi commette stupri”: la decisione della Corte Ue

di admin |22 Maggio 2012 13:34

BRUXELLES – Un cittadino europeo puo’ essere allontanato da uno Stato membro, anche se vi ha vissuto per almeno 10 anni, se viene riconosciuto colpevole di reati ”particolarmente gravi” – come quelli a sfondo sessuale – e il suo comportamento rappresenta una ”minaccia reale e attuale per l’interesse fondamentale” del Paese ospitante. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Unione europea in relazione a una causa avviata da un cittadino italiano in Germania.

L’uomo, che vive in Germania dal 1987, e’ stato condannato nel 2006 – dal tribunale regionale di Colonia – a sette anni e sei mesi di prigione per abuso sessuale, atti di violenza sessuale e stupro commessi tra il 1990 e il 2001 ai danni di una bambina che all’epoca aveva otto anni.

Nel luglio del 2013 scadra’ la pena detentiva, ma gia’ nel maggio del 2008 le autorita’ tedesche hanno deciso che l’uomo dovra’ lasciare il Paese – pena l’espulsione – a causa della ”gravita’ dei reati commessi e del rischio di recidiva”. L’uomo, spiega la Corte in un comunicato, ha fatto ricorso e – a sua volta – il tribunale amministrativo regionale superiore del Land Renania settentrionale-Vestfalia si e’ rivolto alla Corte dell’Ue per chiarimenti sull’interpretazione della legge.

Nella sua sentenza, la Corte spiega – in sostanza – che gli Stati membri sono ”liberi di determinare… le regole di ordine pubblico e di pubblica sicurezza, specie qualora autorizzino una deroga al principio fondamentale della libera circolazione delle persone”. Secondo la direttiva sul diritto dei cittadini dell’Unione di soggiornare e di circolare liberamente nel territorio degli Stati membri, un cittadino della Ue che abbia vissuto in un Paese comunitario per almeno 10 anni puo’ essere allontanato ”solo per motivi imperativi di pubblica sicurezza”.

Per stabilire se reati come quelli commessi in questo caso rientrino nella ”nozione di motivi imperativi di pubblica sicurezza”, la Corte sottolinea che bisogna ”tenere conto del fatto che lo sfruttamento sessuale dei minori appartiene alle sfere di criminalita’ particolarmente gravi che presentano una dimensione transnazionale”.

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