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Facebook: innocente ma arrestata per colpa di uno status: si toglie la vita

di Gianluca Pace |7 Febbraio 2017 18:45

Facebook: innocente ma arrestata per colpa di uno status: si toglie la vita

LONDRA – “Uno strumento malvagio”, così una giudice in Gran Bretagna ha definito Facebook, dopo il suicidio di una giovane innocente. Due amiche avevano hackerato il suo profilo e scritto che aveva tentato di soffocare un bambino.  E così Jayne Pearce, 23 anni, prima che una delle due donne ammettesse di aver pubblicato una “falsa confessione”, ha dovuto affrontare un vero e proprio calvario: è stata accusata di tentato omicidio, sbattuta in prigione per tre mesi in attesa del processo .
La Pearce, è stata infine scagionata e le due calunnatrici arrestate ma, per cancellare i ricordi del periodo in prigione, ha iniziato a bere.
Due giorni prima del processo alle due donne, la poveretta è stata trovata morta nel suo appartamento a Royton, Greater Manchester, a causa di un mix letale a base di vodka, cocaina e un farmaco anti-depressivo.
Al Minshull Crown Court Street a Manchester, il giudice Angela Nield ha condannato l'”artiglieria” dei social media e sbattuto in galera Leonie Hampson-Ogden, 24 anni madre di due figli, e Shauna Stanway, 21 anni, con un figlio, per dieci mesi ciascuna.
Le due donne hanno ammesso di aver deviato il corso della giustizia e affermato che, dopo la tragedia, sono state beccate.
Il giudice Nield ha affermato che “Il social media ha molto di che rispondere. Fa ritrovare vecchi amici ma viene anche utilizzato come strumento malvagio, sbagliato, mirato a criticare”.
“In questo caso si tratta di uno strumento per far ricadere l’ira su una persona innocente. E’ stata dichiarata innocente ma solo dopo aver trascorso tre mesi in prigione”. “Facebok può trasformarsi in una pericolosa arma, il segnale di deterrenza deve essere forte”, ha detto ancora il giudice.
Steven Wilde, procuratore, ha detto:”Gli agenti hanno parlato con le due donne che erano calme e impassibili e sono rimasti sorpresi data la gravità del reato”.
“La polizia è stata contattata due ore dopo e il bambino non sembrava avere problemi”.
A causa della confessione falsa, la Pearce è stata arrestata e interrogata quattro volte, tenuta in custodia per circa dieci settimane accusata del tentato omicidio di un bambino.
La polizia ha esaminato i cellulari delle donne: il commento incriminante era stato pubblicato on line da quello della Hampson-Ogden.

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