PARIGI – L’ex amministratore delegato di France Telecom, Didier Lombard, e altri sei dirigenti della società francese rischiano il processo per mobbing in relazione alla serie di suicidi tra i dipendenti tra il 2008 e 2009. A chiederlo è la Procura di Parigi che il 7 luglio, dopo sette anni di indagini, ha richiesto l’incriminazione degli ex top manager dell’impresa (che nel frattempo ha cambiato nome diventando Orange) per mobbing.
Gli accusati sono in totale sette: l’ex amministratore delegato Lombard, l’ex numero due Pierre Wenes e l’ex capo delle risorse umane Olivier Barberot, oltre a quattro dirigenti di livello inferiore accusati di complicità. Secondo un documento interno citato dalla stampa francese l’a.d. dichiarò in una riunione ad alto livello che l’avrebbe realizzato “in un modo o nell’altro, dalla porta o dalla finestra”.
Il loro destino è ora in mano al giudice d’istruzione, che deciderà entro qualche settimana se accogliere la richiesta e dare il via al processo. In caso di condanna, rischiano fino a 2 anni di reclusione e 30 mila euro di ammenda.
Secondo la tesi dell’accusa, l’eccessivo stress al lavoro, la sensazione di non riuscire a svolgere i propri compiti e la perdita di fiducia in se stessi che hanno portato al suicidio almeno 30 dipendenti in meno di due anni non sono stati un caso, ma frutto di una politica aziendale deliberata. La procura parla, nello specifico, di 19 suicidi, 12 tentati suicidi e otto casi di depressione o malattie collegate.
A causa della crisi, France Telecom aveva infatti bisogno di fare dei tagli al personale, ma voleva evitare di ricorrere ai licenziamenti secchi, più complicati dal punto di vista amministrativo ma soprattutto malvisti dall’opinione pubblica.
Per questo, sostiene la procura, i vertici della società hanno deciso di avviare una strategia di sistematica destabilizzazione dei dipendenti, per farli sentire a disagio sul posto di lavoro e spingerne il più possibile ad accettare una partenza volontaria.
In base alla legge francese, chi molesta ripetutamente un collega con l’obiettivo di peggiorarne le condizioni di lavoro è punibile con un anno di reclusione e fino a 15mila euro di multa.
Solo parzialmente soddisfatti i sindacati, che avevano sporto denuncia ai tempi della serie di suicidi. L’accusa di mobbing è “riduttiva”, commenta in una nota la Cfe-Cgc, secondo cui sarebbe più appropriato “un capo d’accusa multiplo per omicidio involontario, messa in pericolo della vita altrui e mobbing”.
La Cgt, il maggior sindacato francese, auspica invece che il processo sia “l’occasione per riconoscere le vittime del mobbing generalizzato nel gruppo ma anche per condannare dei metodi di management autoritari e inumani”, oltre che “un avvertimento a tutti i dirigenti del settore delle telecomunicazioni che fanno della soppressione di posti di lavoro l’alfa e l’omega della strategia in nome della redditività finanziaria e a discapito della vita dei loro dipendenti”.