Eutanasia, Francia divisa: assolto medico che diede morte a pazienti terminali

rancia, battaglia per eutanasia: assolto medico che causò morte di 7 pazienti
Vincent Lambert

PARIGI – Non saranno interrotte le cure a Vincent Lambert, il tetraplegico al centro della battaglia per l’eutanasia in Francia. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha sospeso la sentenza del Consiglio di Stato francese che, soltanto ieri, aveva autorizzato lo stop all’alimentazione artificiale. Intanto la giustizia francese compie un altro passo in direzione dell’eutanasia e proscioglie il dottor Nicolas Bonnemaison, accusato di aver procurato la morte a sette pazienti in stato terminale.

Tre verdetti in contrasto l’uno con l’altro, nell’arco di appena 24 ore. La corte europea ha accolto il ricorso presentato dai genitori di Lambert, contro il volere della moglie, per bloccare la decisione del Consiglio di Stato francese. La Corte pone inoltre il divieto di spostare l’uomo dall’ospedale in cui è ricoverato, nel vicino Belgio, dove l’eutanasia è invece legale.

Secondo il Consiglio di Stato, invece, l’interruzione del trattamento da parte dei medici dell’ospedale di Reims, che hanno in cura Vincent, sarebbe stata legale. La decisione era arrivata dopo due anni di battaglia giudiziaria che hanno letteralmente spaccato la famiglia. Da una parte Rachel, la moglie di Vincent, che, come i medici, ritiene sia il momento di smettere di alimentare artificialmente il marito. Dall’altro i genitori di Vincent, Pierre e Viviane Lambert, che chiedono che il figlio sia mantenuto in vita.

Di fatto la battaglia per l’eutanasia in Francia è congelata in attesa che i giudici di Strasburgo studino a loro volta il caso. Ma il verdetto del tribunale di Pau, nel sud-ovest della Francia, apre un nuovo capitolo della vicenda. I giudici di Pau hanno prosciolto Nicolas Bonnemaison, un medico dell’ospedale di Bayonne, 53 anni, accusato di aver somministrato grosse dosi di sedativi a sette pazienti, uccidendoli. I fatti risalgono agli anni 2010-2011. 

La lettura della sentenza della Corte di Assise di Pau è stata seguita da lunghi applausi in aula. La moglie di una delle vittime è scoppiata a piangere. Una decisione “incredibile”, secondo l’avvocato di Bonnemaison, Benoit Ducos-Ader, che “obbligherà i politici ad intervenire più rapidamente” per riformare la legislazione in vigore sul fine vita.

Il medico rischiava l’ergastolo ma, dopo undici giorni di dibattito, contro di lui erano stati chiesti solo cinque anni di reclusione, con un’eventuale condizionale su tutto il periodo. “Non può essere considerato un assassino nel senso comune del termine”, era stata la considerazione della stessa accusa.

Mercoledì mattina, prima che i giudici si riunissero per deliberare, Bonnemaison ha detto: “Ho agito da medico fino all’ultimo. Fa parte dei doveri del medico accompagnare i pazienti fino alla fine”.

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