Francia, un camionista diventa milionario e salva l’azienda

Pubblicato il 7 Febbraio 2011 - 18:51 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – Alexandre, un camionista francese cinquantenne, ce l’ha fatta: dal baratro del licenziamento è passato allo status di milionario e salvatore della propria ditta in fallimento. Con un’ulteriore ciliegina sulla torta: togliersi il gusto di non licenziare l’ex capo.

La vita di Alexandre si è impennata il 4 settembre scorso: gli sono piovuti sulla testa 10 milioni di euro e stavolta senza macinare neppure un chilometro ma soltanto mettendo le sette crocette giuste sui numeri del Lotto.

”Supercagnotte”, il montepremi da favola, quello che ti cambia la vita. Ma non solo ad Alexandre, anche ai suoi 15 colleghi che rischiavano di rimanere a piedi da un giorno all’altro.

”Ho fatto quello che bisognava fare, e basta – dice oggi intervistatissimo da radio, tv e giornali – ero il solo potenziale acquirente della societa’, che era sull’orlo del fallimento. E siccome avevo i mezzi per investire ed evitare che i ragazzi si ritrovassero disoccupati… e poi che volete – sorride – il trasporto e’ tutta la mia vita. Resto in un mondo che conosco bene. Mica puo’ finire tutto da un giorno all’altro”.

Palme? Caraibi? Crociere esclusive? Macché. Per Alexandre il vero lusso è sedersi sulla poltrona del capo e vedere che tutto funziona di nuovo nella ditta, come prima della crisi. Jeans e t-shirt, basso e robusto, il nuovo ”chef” non chiede di meglio che sostituire un collega assente e riprendere il volante, come ha fatto per 30 anni: ”guidare mi è sempre piaciuto. Rispetto a prima devo comandare, ma non c’è problema. I ragazzi sanno che ho portato i camion come loro. Che ho fatto i turni. E allora non ci provano nemmeno a raccontarmi balle”. Non è un benefattore nato, ha investito qualche centinaia di migliaia di euro nel salvataggio della ditta – riprendendo gli attivi ma non i passivi, come ha fatto scrivere nel contratto – con il resto ha comprato due case e fa investimenti grazie a un notaio e un avvocato amici. Una soddisfazione, però, se l’è voluta togliere: il capo, quello che stava per portare i libri in tribunale e chiudere, mandando tutti a casa, non l’ha messo fuori.