Francia, il fisco userà i social per scovare contraddizioni tra stile di vita e reddito

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Francia, il fisco userà i social per scovare contraddizioni tra stile di vita e reddito

PARIGI – Lotta all’evasione del fisco francese attraverso i social media. Il ministro per i conti pubblici Darmanin ha annunciato che nel 2019 prenderà l’avvio un nuovo programma di controllo di Facebook, Instagram e affini per stanare eventuali discrepanze tra le informazioni condivise sui social e la dichiarazione dei redditi. 

L’iniziativa, ha scritto il quotidiano parigino L’Opinion ricorda il “Grande Fratello” di George Orwell.

Darmanin ha affermato che l’idea è semplicemente di identificare potenziali frodi analizzando i dati disponibili pubblicamente sui profili dei social media online degli utenti, scrive il Daily Mail.

Nel programma tv Business Capital, il ministro ha osservato: “Se ti fai fotografare tante volte con un’auto di lusso e non hai i mezzi per farlo, forse sono stati tuo cugino o la tua ragazza a prestartela, ma forse no…” e precisato che “i contenuti pubblicati sui social network ora possono essere integrati nel database fiscale. I profili personali, visto che sono pubblici, saranno messi sotto osservazione”.

L’iniziativa senza precedenti dovrebbe essere messa in atto all’inizio del 2019, ha annunciato il ministro, essendo stata autorizzata dalle stesse società che operano su Internet.

La sperimentazione fa parte di una legge francese dell 24 ottobre mirata a rafforzare la capacità delle autorità di combattere la frode fiscale e consentire un uso più ampio dei dati online per potenziare i controlli fiscali.

Un’iniziativa che segue, pochi mesi dopo, l’annuncio di Bruno Le Maire, il ministro francese per l’economia, per cui l’UE dovrebbe riscuotere un’imposta speciale da giganti della tecnologia come Facebook.

Settimane dopo, il commissario per gli affari economici dell’UE Pierre Moscovici ha presentato a Bruxelles delle proposte per il recupero di miliardi di euro dalle principali multinazionali statunitensi che spostano i guadagni in Europa per pagare aliquote fiscali più basse.

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