Francia: guerra degli autovelox, sì ma solo se segnalato

PARIGI 24 MAG L'ennesima inco – PARIGI, 24 MAG – L'ennesima, incomprensibile, ''eccezione francese'' – autovelox contro gli eccessi di velocita' annunciati pero' da cartelli che inducono a rallentare – e' crollata oggi sotto le sue mille contraddizioni. Pochi minuti dopo che Francois Fillon, il premier, si era mostrato irremovibile sullo smantellamento dei cartelli avvisatori, il ministro degli Interni, Claude Gueant, ha ordinato la sospensione della loro rimozione. E' stata una mini-crisi di governo di pochi minuti, per un provvedimento tanto minore quanto delicato per le invincibili lobby degli automobilisti, dei fabbricanti di auto e dei camionisti. Alla decisione del governo di abolire i cartelli che autorizzano di fatto a fare i furbi rallentando nelle ultime centinaia di metri prima dell'autovelox, a causa dell'impennata dei morti sulle strade, ha infatti risposto una vera propria rivolta interna alla destra, una lettera di 73 deputati della maggioranza che comunicavano a Fillon tutta la violenta insoddisfazione dei loro elettori. La fronda, la spaccatura netta e, dopo pochi minuti, l'immancabile comunicato che ''nega ogni divergenza in seno al governo'', si sono susseguite in uno spazio breve. Il motivo di fondo e' ovviamente quello dell'inopportunita' di una misura tanto impopolare a meno di 12 mesi dalle elezioni presidenziali. Tutto era cominciato la settimana scorsa, quando la Francia per anni portata ad esempio in Europa per aver saputo imporre regole ferree sulla strada, tanto da far calare il numero di morti negli ultimi 10 anni per la prima volta sotto i 4.000 all'anno. Una diminuzione spettacolare, interrotta pero' dopo la decisione, l'anno scorso, di ammorbidire le sanzioni dei punti sulla patente. Il 6 maggio scorso, infine, l'annuncio del primo forte aumento delle vittime dopo anni di progressi, oltre il 20% in piu', sia perche' i cartelli premonitori degli autovelox hanno tolto efficacia al controllo a sorpresa, sia perche' le sanzioni sono meno aspre. Alla decisione unanime annunciata dal capo dello stato, Nicolas Sarkozy, definita subito ''irremovibile'' da Fillon e poi da Gueant, ha fatto seguito una levata di scudi delle tante fabbriche di auto, delle riviste specializzate, persino di chi produce il congegno che si acquista in normali negozi e avverte il conducente che sulla strada ci si sta avvicinando a un rilevatore di velocita'. In pochi giorni, il governo ha fatto una totale marcia indietro, che si e' conclusa con il voltafaccia di oggi. Due le conclusioni, alle quali pero' non crede nessuno visto che le lobby della velocita' hanno gia' diffuso comunicati euforici: primo, i cartelli verranno aboliti ma solo dopo ''concertazione locale'', quindi presumibilmente mai; secondo, verranno montati un migliaio di ''radar pedagogici'', una sorta di autovelox impotente: segnala al conducente la velocita', ma non sanziona.

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