In Francia scoppia la battaglia del panino: conservatori contro i fast-food islamici

La multietnica Francia ha paura di un panino: il panino halal, cioè fatto secondo i precetti dell’Islam, della nuova catena di fast food Quick. Tra le tante offerte di cibi di vari tipi e provenienze, oltralpe mancava un ristorante che offrisse abbordabili pasti per musulmani. Così l’idea, proprio durante il mese di Ramadan: carne trattata solo secondo i dettami dell’Islam – halal, appunto, in opposizione a haram.

Questi precetti prevedono, tra l’altro, che la carne, rigorosamente non suina ma bovina, venga da animali macellati dopo che sono stati uccisi con un taglio secco alla gola e lasciati dissanguare, e senza contatti con sostanze impure, tra cui l’alcol.

L’idea è nata in gennaio con un progetto pilota in solo otto fast-food francesi della Quick, che nel paese conta 346 ristoranti. Il mese successivo, però, già infuriava la polemica, con la denuncia del sindaco di Roubaix che accusava la catena di “discriminazione”.

La società dsi giustificò dicendo che, per mantenere la purezza dei suoi cibi, non può vendere alimenti impuri nello stesso locale. Anche se, replicheranno i critici, negli stessi fast-food vengono vendute le birre. Addirittura l’Ump, il partito conservatore del presidente Nicolas Sarkozy, aveva proposto un boicottaggio. Marine Le Pen, figlia del più noto presidente del partito di estrema destra Fronte Nazionale Jean-Marie, ha bollato l’operazione come uno scandalo.

Il sindaco del sobborgo parigino Sevran, Stephane Gatignon, ha sostiene che “tutti devono trovare i loro piatti preferiti”, contestando l’assenza del maiale, tipica carne nazionale tanto amata dagli anziani.

Resta una qustione: perché tra i tanti ristornati messicani, biologici, cinesi, vegani, italiani non ci sia posto anche per un ristorante islamicamente corretto.

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