Francia, polizia brutale nei video sul web? Arrivano telecamere per gli agenti

Guerra a colpi di video in Francia: il ministro dell’Interno, Brice Hortefeux, è sceso in campo con nuovi strumenti di videosorveglianza per rispondere ai filmati che circolano in rete contro la presunta violenza della polizia; alle 60.000 telecamere che il governo intende sistemare nelle strade entro il 2011, si aggiungono le mini telecamere pedonali, ancora in via di sperimentazione nella banlieue parigina, che possono essere installate sugli occhiali da sole, sui caschi di sicurezza o sul petto degli agenti

Se su internet impazzano solo video amatoriali che riprendono i metodi poco ortodossi dei poliziotti contro i manifestanti, o durante gli interrogatori con i detenuti, la Francia propone una contro-mossa per la polizia.

Il ministro dell’Interno, Brice Hortefeux, è sceso in campo con nuovi strumenti di videosorveglianza per rispondere ai filmati che circolano in rete contro la presunta violenza della polizia: alle 60.000 telecamere che il governo intende sistemare nelle strade entro il 2011, si aggiungono le mini telecamere pedonali, ancora in via di sperimentazione nella banlieue parigina, che possono essere installate sugli occhiali da sole, sui caschi di sicurezza o sul petto degli agenti.

«L’idea è pacificare la relazione tra polizia e cittadini», afferma Patrick Guyonneau, capo dei servizi tecnologici per la sicurezza interna. «È tutto sotto alla luce del sole. Non nascondiamo niente».

Con le proprie immagini, la polizia vuole dimostrare come spesso siano proprio gli stessi agenti a subire aggressioni fisiche o verbali. Unico inconveniente è il prezzo: 1.000 euro per un sistema che spesso «non funziona», dice un poliziotto.

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