La Francia respinge e rimpatria: 600 tunisini buttati fuori a marzo. Loro rischiano tutto e vanno a piedi

Pubblicato il 31 Marzo 2011 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

PARIGI – La Francia respinge e rimpatria i migranti delle sue ex colonie, mentre loro provano tutto sulle montagne. Vanno in treno, in macchina, a piedi. Sono circa seicento gli immigrati clandestini di origini tunisine ricondotti in Italia o rimpatriati in Tunisia nel solo mese di marzo, dopo essere stati fermati dalla polizia francese nel dipartimento delle Alpi Marittime, proprio al confine con l’Italia.

A snocciolare gli ultimi dati sul giro di vite delle autorità di Parigi nei confronti dei flussi clandestini provenienti dall’Italia, è il prefetto dello stesso dipartimento, Francis Lamy.

In treno la polizia francese non fa passare nessuno nelle stazioni di Mentone e Nizza è implacabile. In macchina è pericoloso: dalla Francia sono meno di dieci i chilometri dalla stazione di Ventimiglia fino al valico di ponte San Luigi o di San Ludovico. C’è anche chi prova ad andare a piedi. C’è chi rischia tutto sulle montagne, sulle strade tortuose, su quello che chiamano il passo della morte.

”Il punto d’accesso in Francia è essenzialmente questo”, ha detto il prefetto in un’intervista all’Afp, precisando che nel mese di marzo polizia e gendarmi hanno effettuato circa una quarantina di fermi al giorno, essenzialmente stranieri di origini tunisine. Di questi, circa 500 sono stati respinti in Italia e circa 100 sono stati rimpatriati direttamente in Tunisia per via aerea o marittima dalla Francia.

”L’essenziale delle procedure di allontanamento (dal territorio francese,ndr.) si fanno attraverso la riammissione in Italia. Alla frontiera, la cooperazione con le autorità italiane è dunque assolutamente essenziale”, ha sottolineato ancora il prefetto, definendo la collaborazione con le autorita’ di Roma ”efficace”.

Diverse centinaia di giovani clandestini fermati nel dipartimento francese, sono stati lasciati liberi in Francia dopo l’intervento della giustizia. ”Fortunatamente – spiega Lamy – abbiamo delle procedure semplificate di riammissione che continuano a funzionare bene”. Grazie a questo strumento, un immigrato irregolare fermato in Francia, ma appena giunto dall’Italia (per esempio con un biglietto del treno delle ferrovie italiane), ”può essere respinto in Italia nelle ore che seguono il suo fermo” e senza atto amministrativo.

Per sorvegliare strade e ferrovie, la regione delle Alpi-Marittime disponde di due unità mobili (150 persone) oltre che 300 agenti di frontiera, che controllano continuamente il passaggio. ”Questo importante dispositivo ha due obiettivi: dissuadere e consentire il fermo dei clandestini irregolari”.

”I clandestini sanno che l’arrivo in Francia non è facile”, ha affermato ancora Lamy, aggiungendo: ”Gli arrivi non sono solo spontanei, ma relativamente organizzati dai trafficanti”, che spesso giungono dalla regione di Parigi. ”L’immigrazione – ha tagliato corto Lamy – è un commercio”. Da meta’ febbraio, una cinquantina di ‘passeurs’, come chiamano in Francia i trafficanti di esseri umani, sono stati fermati nel dipartimento delle Alpi Marittime e alcuni di loro sono finiti in prigione.