Francia, strumenti di tortura venduti all'asta. E' polemica

PARIGI – Polemiche in Francia attorno alla vendita all'asta, martedi' prossimo, a Parigi, di alcuni strumenti che un tempo furono usati per torturare o uccidere, come corde per impiccare, mini-ghigliottine, maschere dei boia, valigie per corpi decapitati e strumenti per tagliare le mani.

''Non vogliamo che oggetti legati alla sofferenza, alla tortura e alla morte siano venduti in questo modo'', ha detto Jean-Etienne de Linares dell'Associazione dei cristiani per l'abolizione della tortura. ''Chiediamo al ministro della Cultura di sospendere la vendita – prosegue Henri Pouillot del Movimento contro il razzismo (Mrap) – Questi oggetti devono stare in un museo e non nel salotto di un collezionista''.

In vendita – l'asta s'intitola 'Pene e castighi d'altri tempi' e si terra' all'Hotel Salomon de Rothschild – ci sono 812 oggetti di tortura appartenenti a Fernand Meyssonnier (1931-2008), un funzionario francese che ha giustiziato 200 persone, in maggioranza indipendentisti algerini, quando l'Algeria era una colonia francese, ed e' stato cosi' soprannominato il boia d'Algeria.

Da pensionato, Meyssonnier si e' divertito a collezionare oggetti di tortura e ha creato nel 1992 un Museo privato della Giustizia e delle Pene in Vaucluse, nel sud della Francia, che e' stato chiuso dopo la sua morte per mancanza di visitatori. E' la figlia Tania che ha voluto disperdere la collezione rispettando quelle che erano le volonta' del padre.

Gestione cookie