“Free Darcy”: in 3200 su Facebook si mobilitano per liberare la cagnetta eroina dei soccorsi a Sumatra

Le mobilitazioni, gli appelli, le raccolte delle firme per questa o quella causa, più o meno nobile, o sociale o politica o ecologica, a favore o contro, non sono una pratica recente, hanno anzi una lunga e piuttosto usurata tradizione. L’avvento dei social network però ne ha rinverdito i fasti moltiplicando scopi e soggetti da difendere. Questa volta la prescelta è una cagnetta di nome Darcy, eroina della ricerca di persone inghiottite dal fango  o dalle macerie di qualche disastro.

darcy
la cagnetta Darcy

Oltre 3200 persone in Gran Bretagna hanno aderito su Facebook alla campagna per la sua liberazione dalla probabile segregazione in quarantena per 6 mesi, in una gabbia di due metri per quattro nella “prigione” di Colchester nell’Essex. Il fatto è che il bell’esempare di border collie è un animale a rischio rabbia per la rigida burocrazia britannica, avendo trascorso le ultime tre settimane sulle montagne di Sumatra. E che ci faceva Darcy in Indonesia? Aiutava a cercare, svolgendo egregiamente il suo lavoro, quelle numerose persone  disperse nel fango a seguito del terribile terremoto che ha devastato l’Indonesia.

Darcy, per i tanti gruppi che si sono attivati per la sua liberazione, è semplicemente un’eroina che non merita questo tipo di trattamento: addestrata nel centro di ricerca e salvataggio dell’Essex County Fire and Rescue Service ha svolto con profitto le mansioni affidategli.

«Liberate Darcy», «Sveglia burocrati»: su Facebook il passaparola ha coinvolto migliaia di persone. È pronta un’interrogazione parlamentare, il ministro dell’Ambiente preparerà nuove disposizioni per gli animali nella condizione di Darcy, un’indagine della Camera dei Comuni chiarirà gli aspetti più oscuri della vicenda, chi ha sbagliato pagherà. Poi tutti pronti per un’altra nobile causa da difendere: lotta dura senza paura!

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