LONDRA – Proprio come Gaia nel film 'Galline in Fuga'. Liberty, l'ultima gallina da batteria britannica, e' stata adottata da una fattoria del Devon dove vivra' il resto dei suoi giorni zampettando libera in un prato. La Gran Bretagna si prepara infatti a fare da apripista aderendo alla direttiva Ue che vieta le gabbie 'convenzionali' che danno ad ogni gallina da cova solo 550 centimetri quadrati di spazio, meno di un foglio di carta A4.
La direttiva entrera' in vigore dall'1 gennaio, ponendo fine a 12 anni di campagne degli attivisti per i diritti degli animali, scandalizzati dalle condizioni terribili in cui vengono allevate le galline ovaiole.
Ma non si tratta ancora di una vittoria a tutto campo. Alla direttiva non aderiranno, almeno per ora, Italia, Francia, Belgio, Bulgaria, Cipro, Polonia, Portogallo, Romania e Slovacchia. In dubbio sarebbero ancora Grecia, Ungheria, Lettonia e Spagna.
Secondo le nuove norme, alle galline deve essere allocato uno spazio di almeno 750 centimetri quadrati l'una: le nuove gabbie contengono 90 esemplari che hanno pero' spazio sufficiente per aprire le ali, appollaiarsi, fare un nido e accumulare paglia. La maggior parte dei 17 milioni di galline del Regno Unito sono gia' state trasferite in gabbie di questo tipo, in stie ancora piu' grandi o, nel migliore dei casi, sono diventate ruspanti.
Ma per gli allevatori, che hanno dovuto spendere circa 400 milioni di sterline per adattarsi ai cambiamenti, si e' trattato di una transizione difficile. Per questo, la British Hen Welfare Trust e' corsa in loro aiuto: nel 2011, l'associazione fondata da Jane Howorth nel 2005 ha trovato una nuova sistemazione a 300.000 galline, tra cui Liberty che ora vivra' con altri 60 esemplari nella cascina della Howorth a Chulmleigh.
''Il responso del pubblico e' stato davvero fenomenale'' ha detto la Howorth, che ha ringraziato i 140 volontari dell'organizzazione che hanno lavorato sodo durante tutto il periodo di Natale per trovare nuove 'case' alle galline 'sfrattate'.
Ma nemmeno la British Hen Welfare Trust canta vittoria. ''Queste cose non sono mai semplici – ha detto la sua fondatrice – e mentre la Gran Bretagna rispetta le nuove leggi, molti Paesi esteri non lo fanno e noi continueremo a vedere uova da batteria importate nel Regno Unito, molte delle quali finiranno nei cibi pronti. Questa sara' una dura sfida per gli allevatori britannici, che faticheranno a competere con uova a basso costo provenienti dall'estero. Chiediamo percio' ai consumatori di continuare ad appoggiare gli allevatori britannici e ad insistere per avere uova nostrane e, dove possibile, provenienti da galline ruspanti''.