Cacciati dall’hotel perchè gay ottengono un risarcimento di 3.600 sterline

Avevano scritto ai proprietari dell’albergo chiedendo se potevano portare il cane. Si erano invece visti respingere loro perchè sono gay. Ma oggi un giudice di Bristol ha dato ragione a una coppia di omosessuali a cui un Bed and Breakfast della Cornovaglia aveva rifiutato la prenotazione in camera doppia invocando i valori della fede cristiana. Peter e Hazelmary Bull del Chymorvah Hotel vicino a Penzance avevano invocato la posizione cristiana sul matrimonio per impedire a Martyn Hall e al suo partner Steven Preddy, entrambi di Bristol, di dividere la stanza. La ragione: non erano regolarmente sposati.

Adesso per Hall e Preddy è arrivata l’ora della rivincita quando il giudice della Bristol County Court ha condannato gli albergatori per discriminazione imponendo a coniugi Bull di pagare un risarcimento di 1.800 sterline a testa. Secondo Preddy il verdetto ha dimostrato che le unioni civili gay hanno lo stesso valore legale del matrimonio. Immediata la replica delle associazioni cristiane che hanno visto nel verdetto di oggi un nuovo segnale della crescente secolarizzazione della societa’ britannica dopo le polemiche delle crocette al collo vietate a una infermiera e a una hostess di British Airways che tanto scalpore avevano sollevato l’anno scorso alla vigilia della visita del Papa in Gran Bretagna.

Tutto era cominciato nel settembre 2008 quando Martyn e Steven avevano cercato di prenotare una breve vacanza al Chymorvah Hotel: ”Non avevamo, come ha detto qualcuno, nessuna agenda politica. Solo la voglia di un fine settimana di relax, come fanno migliaia di altre coppie britanniche ogni week-end”, ha detto Preddy. L’inghippo è nato quando i due uomini, chiedendo di voler portare il cane, hanno fatto capire di voler dormire nella stessa stanza: ”Non ci era saltato in testa che saremmo stati noi, non lui, a non essere i benvenuti”.

I Bull avevano spiegato che al Chymorvah le camere doppie erano solo per coppie sposate, ma Hall e Preddy, avendo celebrato una unione civile, hanno lo stesso stato legale di una coppia eterosessuale. E nel 2010 una legge in Gran Bretagna, l’Equality Act, ha consolidato la giurisprudenza dove ancora c’erano zone grige. Parlando fuori dalla corte i Bull hanno preannunciato ricorso. E mentre gruppi gay come Stonewall hanno applaudito alla sentenza che dimostra ”che non puoi mettere alla porta un omosessuale cosi’ come non puoi escludere un nero o un ebreo”, dai movimenti cristiani si sono sollevate vibrate proteste. Mike Judge, del Christian Institute che ha finanziato la difesa dei Bull, ha detto che dal verdetto emerge la dimostrazione che le leggi sull’eguaglianza sono usate sempre più ”come spada anziche’ come scudo” e che i cristiani in Gran Bretagna ”sono sempre più marginalizzati”.

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