Gay, unioni civili tra italo-britannici: valgono a Londra, a Roma no

ROMA, 09 SET – Il governo italiano ha vietato ai consolati inglesi la registrazione come unioni civili delle coppie omosessuali composte da italo-britannici. Questo diritto e' invece espressamente previsto dalla ''civil partneship act'', la legge che nel 2005 ha riconosciuto il legame tra partner dello stesso sesso. La denuncia e' contenuta in un'interrogazione rivolta dai deputati radicali al presidente del Consiglio. Nel documento ispettivo si fa notare che e' la stessa norma anglosassone a prevedere, per le registrazioni presso i consolati all'estero, l'assenso dei paesi interessati.

Secondo Rita Bernardini, prima firmataria dell'interrogazione, questa cautela e' stata introdotta per non creare problemi nei paesi in cui l'omossesualita' e' considerata un reato: ''In Italia, per fortuna – dice Bernardini – tutto questo non esiste, ma il governo, con il suo diniego, ha posto in essere una nuova discriminazione contro gli omosessuali, discriminazione che a parole dice di voler combattere''.

I radicali chiedono infine al premier se questo divieto imposto ai consolati della Regina, che sono territorio britannico, non sia in contrasto con la sentenza del 2010 della Corte Costituzionale che ha stabilito la necessita' di riconoscere alle coppie gay conviventi gli stessi diritti delle coppie eterosessuali.

Gestione cookie