ROMA – Diecimila soldati inglesi costretti a ritirarsi dalla prima linea per aver contratto, durante il servizio, malattie sessualmente trasmissibili. La cifra totale è pari al 10% degli 87.000 militari che presta servizio nelle Forze Armate. Sembra che i soldati siano stati contagiati fin dal 2012 e ci siano cento casi di HIV. La maggior parte dei 73 uomini e 15 donne che hanno contratto l’HIV non combattono più per il loro paese, poiché la loro condizione fisica impedisce di rimanere in prima linea.
Secondo un rapporto Freedom of Information su richiesta del Daily Mirror, il numero totale di militari con malattie sessualmente trasmissibili è stato di 9.341. Di questa cifra, 8.334 sono casi di sesso maschile e 957 di sesso femminile. Tuttavia, alcuni militari e le donne inglesi hanno registrato più di una STI (abbreviazione di malattie sessualmente trasmissibili), il che significa il numero totale dei malati era in realtà 9.291. Un alto ufficiale, che esprime sorpresa per le cifre, ha detto al Mirror:”La maggior parte dei medici di fiducia delle unità saranno liberi di distribuire alle truppe i profilattici, comunque sempre messe in guardia sui pericoli che corrono praticando sesso non protetto”.
“Nella maggior parte delle basi ci sono molti manifesti che sottolineano il rischio di contrarre STI, e alcune di queste come l’HIV possono segnare la fine della carriera militare”. Quando c’è una diagnosi di malattia, i militari finché non guariscono non tornano a combattere. Tra le malattie sessualmente trasmissibili contratte dai soldati delle Forze Armate tra il 2012 e il 2016, la più comune è la clamidia. Ci sono stati 3.803 casi di infezione, rispetto ai 1.080 di herpes genitale, 1.848 casi di condilomi genitali e 127 di epatite B e C. Presenti, inoltre 2.641 casi di malattia infiammatoria pelvica e epididimite, 88 di HIV 88 e altri 141.