Gb, arriva la nube dall'Islanda

ROMA – L'attivita' eruttiva del vulcano islandese Grimsvotn "e' in forte diminuzione" ma le polveri emesse costituiscono "una minaccia potenziale" per il traffico aereo del Vecchio continente, dove la nube dovrebbe arrivare gia' questa notte. Lo ha spiegato Mike Burton, vulcanologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) sulla base delle previsioni del Volcanic Ash Advisory Center (Vaac). "Alle 24 di oggi – ha aggiunto – la nube dovrebbe toccare il nord ovest della Gran Bretagna, in particolare la Scozia e l'ovest dell'Irlanda". L'impatto delle polveri sul traffico aereo, ha precisato Burton, e' da valutare e "probabilmente in Gran Bretagna si faranno dei voli di test per misurare se la quantita' dispersa nell'atmosfera sia dannosa per gli aerei". Ad oggi, ha ricordato il vulcanologo, "i voli vengono bloccati se la quantita' di polveri presenti nell'aria e' superiore a 10 milligrammi per metro cubo, mentre tra 4 e 10 milligrammi viene lasciata discrezionalita' alle compagnie aeree e con un valore inferiore a 4 milligrammi si vola regolarmente". "In questo momento – rileva Burton – non ci sono particolari problemi, ma non e' escluso che domani lo spazio aereo interessato dalla nube di ceneri venga chiuso". A determinare lo spostamento della nube sul nord ovest della Gran Bretagna, ha spiegato il climatologo Vincenzo Ferrara sulla base delle previsioni meteorologiche del Centro europeo di Reading, sara' una grossa depressione nell'area islandese, che portera' domani la nube quasi certamente sulla Scozia e sul mare del Nord. Un altra parte della nube, invece, tocchera' i cieli del nord della Siberia. Il vortice ciclonico, inoltre, scendendo verso l'Inghilterra tocchera' il 27 maggio anche il nord della Germania, la Danimarca e l'Olanda. "Il centro-nord Europa e l'Italia, quindi – ha precisato – non dovrebbero essere interessate". Una depressione minore sull'Atlantico potrebbe poi portare le ceneri fino al nord della Francia. Le nubi di polveri che possono teoricamente creare un problema per il traffico aereo, ha aggiunto il climatologo, "sono quelle a quota di 5000-6000 metri. Si tratta di polveri sottili, in gran parte inglobate dalle nubi che poi le 'restituiscono' con la pioggia". Una parte delle polveri e' poi finita nella stratosfera, a 12 km di quota dove gli aerei non viaggiano, "e in questo caso possono anche influenzare il clima".

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