Gb, ”fracking”. Trivelle ferme temporaneamente per evitare proteste e scontri

Impianto di ''fracking''
Impianto di ”fracking”

BALCOMBE, GRAN BRETAGNA – Le trivelle si fermano, ma le proteste continuano senza sosta a Balcombe, Inghilterra meridionale, vicino al pozzo al centro dello scontro sulla ricerca di gas e petrolio con la controversa tecnica della fratturazione idraulica (‘fracking’). La compagnia Cuadrilla, su invito della polizia del Sussex, ha ridotto la sua attivita’ estrattiva, in via temporanea, per evitare che le manifestazioni annunciate dagli ambientalisti nei prossimi giorni degenerino in violenti scontri.

La decisione e’ stata vista come una vittoria da parte del movimento ‘No Dash for Gas’, che ha programmato una serie di manifestazioni nella prossima settimana contro il gas di scisto, minacciando anche ”atti di disobbedienza civile” e un ”giorno di battaglia per Balcombe”. ”La decisione di fermare la trivellazione e’ una vittoria per noi, ma e’ solo l’inizio”, ha dichiarato l’attivista Luke Johnson. Intanto la polizia del Sussex si prepara al peggio: sono in arrivo centinaia di rinforzi ed e’ stata eretta una nuova rete protettiva attorno al sito.

Ma lo stesso fanno i manifestanti: molti sono arrivati per il weekend e già domenica potrebbero iniziare gli scontri. Agli attivisti si è unita anche la stilista Vivienne Westwood. ”Sono contro il fracking e sono qui per protestare – ha detto – Non c’e’ stato alcun dibattito. Gli unici a trarne beneficio saranno le compagnie che sono associate al governo”. Non e’ bastata agli attivisti la rassicurazione di Cuadrilla, secondo cui a Balcombe non e’ stata usata la fratturazione idraulica e forse non la si usera’ mai perche’ sino ad ora non sono stati trovati giacimenti significativi.

Nel frattempo, le proteste sono diventate una vera e propria sfida politica per il premier David Cameron che tiene molto al progetto del gas di scisto britannico. In un intervento nei giorni scorsi aveva affermato che ”i britannici devono accettare il fracking per il bene della nazione” e che non si puo’ perdere una sfida gia’ avviata in altri Paesi del mondo. In questo conflitto ‘ideologico’ e’ stata coinvolta anche la chiesa inglese. Secondo un suo portavoce, non ha senso una ”opposizione univoca” alla cosiddetta fratturazione idraulica, perche’ puo’ contribuire a contrastare la poverta’ offrendo alle famiglie meno abbienti riscaldamento a prezzi molto piu’ bassi.

Questo mentre crescono le critiche alla chiesa inglese che, secondo diversi organi di stampa, ha scritto ai residenti che vivono sulle sue terre dicendo che vuole esercitare il diritto di sfruttamento minerario. Il tempismo non sembra casuale: proprio in queste settimane sono iniziate in alcuni siti del Paese le trivellazioni esplorative alla ricerca di petrolio e gas. L’accusa agli anglicani e’ di prepararsi a incassare fra qualche anno i milioni o i miliardi che potrebbero arrivare dal gas di scisto. In risposta, la chiesa ha affermato che non ha intenzione di avviare particolari attivita’ minerarie, ma allo stesso tempo non puo’ escludere il fatto che prima o poi saranno concessi permessi per il ‘fracking’ sulle sue terre.

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