Le gemelle scomparse potrebbero essere state avvelenate dal padre

Pubblicato il 10 Febbraio 2011 - 12:44 OLTRE 6 MESI FA

MARSIGLIA – Un ulteriore aspetto inquietante, confermato dagli inquirenti, emerge dall’analisi del computer di proprietà di Matthias Schepps, il padre suicida delle due gemelline scomparse.

Secondo quanto appreso, oltre ai siti sulle compagnie di navigazione tra Marsiglia e Propriano, in Corsica, l’uomo avrebbe visitato alcuni siti dove si trovano consigli e materiali per l’avvelenamento. Tutto questo può solo essere una inquietante coincidenza che però gli inquirenti prendono in considerazione.

Tra le ipotesi avanzate dal Parquet di Marsiglia, oltre ad una morte per annegamento (il padre potrebbe aver gettato le due bambine dal traghetto Scandola in navigazione notturna verso Propriano), l’uomo potrebbe aver ucciso le bambine, forse proprio avvelenandole, e chiuso i cadaveri nel bagagliaio della macchina sbarcata poi in Corsica. Per questo personale della polizia giudiziaria di Marsiglia e di Ajaccio hanno effettuato alcuni scavi in terreni limitrofi al porto di Propriano dove vengono condotte ricerche anche con l’ausilio delle unità cinofile.

Intanto la polizia svizzera ha sospeso le ricerche sul territorio di Alessia e Livia nella regione di Saint-Sulpice, nel cantone di Vaud dove vivevano, e sta ora focalizzando le indagini sull’ambiente professionale, privato e familiare del padre delle due bambine. Le ricerche sul posto delle due gemelle di 6 anni scomparse dal 30 gennaio scorso potrebbero riprendere in qualsiasi momento. Ma per ora ”tutto ciò che doveva essere fatto sul posto è stato fatto”, ha dichiarato all’agenzia di stampa svizzera Ats il portavoce della polizia cantonale Jean-Christophe Sauterel. Per l’indagine sono ancora mobilitati tra i 30 e i 40 agenti, ma i sommozzatori e gli agenti con cani segugi sono stati sostituiti da esperti investigatori, che stanno passando al setaccio il passato di Schepps. La multinazionale Philip Morris International, presso la quale lavoravano sia il padre che la madre della due gemelle e con sede a Losanna, ha detto di ”collaborare pienamente” con la polizia.