Germania, basta aiuti. L'Ovest non vuole più pagare per l'Est

BERLINO, 20 MAR – In Italia la questione (quella nord-sud) e' vetusta. Toni simili si sentono in Germania: dove l'ovest non vuole piu' pagare per l'est. Nel paese che – da due giorni – ha ai vertici due esponenti della ex DDR, il neopresidente Joachim Gauck e la cancelliera Angela Merkel, il vecchio tema della 'divisione' viene rilanciato in vista delle elezioni di maggio, in Renania Settentrionale Vestfalia.

I sindaci della Ruhr contestano l'opportunita' di continuare a versare il contributo di ''solidarieta''' ai laender dell'est: non e' piu' necessario, le regioni orientali ormai si sono allineate, sostengono, e questo ai danni di un sovra-indebitamento della parte ovest.

La protesta viene sollevata dalle pagine della Sueddeutsche Zeitung, che oggi dedica l'apertura a una sempre piu' spinosa questione interna: attraverso il secondo pacchetto di aiuti, fra il 2005 e il 2019, sono previsti finanziamenti per 156 miliardi di euro. Risorse che Regioni e Comuni dell'ovest sono tenuti a pagare nonostante la situazione finanziaria locale.

E nella Renania Settentrionale Vestfalia, il cui governo rosso-verde (di minoranza) e' caduto una settimana fa proprio sul bilancio, (per uno scatto dell'opposizione che non ha concesso un nuovo forte indebitamento), soltanto 8 comuni su 400 – scrive il quotidiano bavarese – hanno i conti in ordine. Essen, ad esempio, e' indebitata per 2,1 miliardi di euro: un terzo dei quali dipenderebbero proprio dal contributo di solidarieta'. Duisburg ha dovuto ottenere crediti per un miliardo e mezzo per fare fronte al suo impegno con l'est. ''Si sono allineati cosi' bene nel frattempo che ormai non sanno neanche come investire questi soldi.

Gli amministratori locali vogliono utilizzare la campagna elettorale per sollevare l'attenzione su un sistema di finanziamento interno ritenuto ormai insostenibile. E il leader dell'Spd della Ruhr, il sindaco di Gelsenkirchen Frank Baranowski, si spinge oltre, proponendo la cancellazione del patto di solidarieta':''Non possiamo aspettare fino al 2019''.

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