Germania, foto d'archivio Ansa Germania, foto d'archivio Ansa

Germania: ex guardia del lager condannata a due anni per complicità in 5232 omicidi

Germania: ex guardia del lager condannata a due anni per complicità in 5232 omicidi.

L’ex guardia del campo di concentramento di Stutthof, vicino Danzica, è stato condannato a due anni di carcere dal tribunale di Amburgo, in Germania.

All’epoca dei fatti nel 1944 Bruno D., ora 93 enne, aveva 17 anni e per questo è stato giudicato secondo la giurisdizione che si applica ai minorenni.

La pubblica accusa aveva chiesto per lui una pena di tre anni.

Alcune delle vittime sopravvissute avevano chiesto clemenza per l’uomo ormai molto anziano.

Bruno Dey aveva prestato servizio sulle torrette di guardia del lager, pertanto la corte non ha ravvisato una sua responsabilità diretta alle uccisioni perpetrate nel campo, ma “solo” la complicità.

A Stutthof hanno trovato la morte almeno 65 mila persone.

Le motivazioni della sentenza

Nella motivazione della sentenza, la presidente della corte, Anne Meier-Goering, ha affermato che l’ex guardiano contribuì a mettere in atto atti “spaventosi” e, rivolta all’imputato, ha affermato:

“Lei continua a vedersi come un semplice osservatore, invece è stato complice di questo inferno realizzato dagli uomini”.

E ancora:

“Lei non solo non avrebbe dovuto eseguire degli ordini criminali, ma non avrebbe dovuto neanche appellarsi a questi ordini”.

La giudice ha anche spiegato quale è secondo lei “il messaggio” di questo processo:

“Rispettate la dignità dell’uomo ad ogni costo, anche quanto il prezzo è la propria sicurezza”.

E ancora: “Come ha potuto abituarsi a tutto quest’orrore?”, ha incalzato Meier-Goering.

L’accusa aveva chiesto una condanna a tre anni, sempre in regime minorile, mentre la difesa aveva insistito sull’assoluzione.

Nella sua dichiarazione conclusiva precedente alla condanna, l’ex guardiano delle SS aveva affermato che orrori come quelli di Stutthof non dovranno verificarsi “mai più”.

Ma ha anche ribadito di non essersi arruolato “volontariamente” nelle SS ed al servizio presso un campo di concentramento:

“Non avevo nessuna possibilità di sottrarmi agli ordini”.

Al processo si erano costituite circa 40 parti civili, la maggior parte sopravvissuti al lager e familiari delle vittime.

Quattro hanno testimoniato di persona in aula, due si sono collegati in videoconferenza, raccontando delle violenze, degli abusi, delle esecuzioni sommario, della fame.

Alcuni degli ex deportati che oggi ancora sono in vita hanno chiesto esplicitamente che Bruno Dey non venisse sottoposto a detenzione. La storia ha già emesso il suo verdetto. (Fonti: Agi, Ansa).

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